Seneca
fu un miscuglio di idealità e di realismo. Per lui, infatti, la vita è una
ricerca incessante della verità, una verità sempre in fieri, perché noi
indaghiamo e lavoriamo, sostiene, su principi tramandatici da coloro che ci
hanno preceduto: principi non “trovati” ma “da cercare”. Per Seneca gli uomini
sono come le membra di un unico corpo: da qui derivano il sentimento
dell’uguaglianza, il rispetto per gli altri, anche per gli schiavi e persino
verso i malvagi, che in realtà sono degli “ammalati”. Tre sono i temi
fondamentali della sua opera: la miseria dell’uomo, la grandezza del saggio, il
problema della morte. Durante tutta la sua esistenza travagliata, mentre nella
realtà spesso si barcamenava tra due opposti, toccando spesso i vertici del
potere e della ricchezza e i precipizi della sfortuna politica e sociale, il
suo ideale rimase sempre quello dell’accettazione della vita come bene prezioso
ma provvisorio, unita alla consapevolezza di una fine necessaria. Solo così
l’uomo riesce in uno dei compiti più difficili: mantenere la propria libertà
interiore. Le sue opere, tutte raccolte in questo volume, studiate e apprezzate
in ogni epoca, sprigionano una forza innegabile, che avvince e commuove.
«Seneca è lo scrittore più moderno della letteratura latina», scriveva Concetto
Marchesi; il suo stile «fatto di frasi brevi, staccate, acute, luminose,
improvvise, che incalzano spesso una medesima cosa per colpirla da più lati
sino in fondo, è – fra le pagine degli scrittori latini – quello che parla a
noi il linguaggio più vivo».
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