«Avevo ventotto anni e
sempre fin allora ritenuto il mio naso, se non proprio bello, almeno molto
decente». Ha inizio così l’odissea di Vitangelo Moscarda, quando un commento
distratto della moglie lo inchioda a una tremenda verità: gli altri ci vedono
in modo diverso da come ci vediamo noi stessi. Tra gli esiti più nuovi della
letteratura del Novecento, l’ultimo romanzo di Pirandello è la storia di un
“naufragio dell’esistenza”: in seguito al cortocircuito iniziale, il
protagonista arriva ad accettare l’incompletezza di sé attraverso la via della
rinuncia e della solitudine, fino all’abbandono definitivo di ogni coesione
interna, fino alla follia. Come ebbe a dire l’autore stesso, dei suoi romanzi
Uno, nessuno e centomila è il «più amaro di tutti, profondamente umoristico, di
scomposizione della vita».
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