Bebe, appena diciottenne, come tutti i ragazzi
della sua età ama divertirsi: andare al centro commerciale o ai concerti con le
amiche, mettersi in tiro per uscire la sera... Non ci sarebbe nulla di strano
se non stessimo parlando di Beatrice Vio che a undici anni, dopo essere stata
colpita da una forma di meningite acuta, ha subito amputazioni a gambe e
braccia. Ma per Bebe la malattia non è la fine, anzi rappresenta soltanto una
piccola parentesi tra quello che era prima - una bambina con una famiglia
fantastica, moltissimi amici e le "tre S" (scuola, scout, scherma) -
e quello che è diventata, ovvero un'adolescente felice, con ancora più amici di
prima e sempre le "tre S", ma un po' cambiate: oggi frequenta le
superiori, ha ormai ricevuto il suo nome-caccia scout (Fenice Radiosa) e ha già
vinto diverse medaglie in competizioni paralimpiche di scherma, anche
internazionali, di altissimo livello. Eccezionale atleta e insieme ragazza
scoppiettante di vita, Bebe si racconta in queste pagine che traboccano di
entusiasmo: dalle gare in giro per il mondo alle vacanza all'Elba, dalle
figuracce in tv alle gioie delle protesi con tacco, dai faccia a faccia con i
suoi miti agli incontri motivazionali che tiene nelle piazze e nelle scuole. E
dei suoi sogni. Perché dopo avere fondato con i genitori art4sport
(un'associazione onlus che avvicina i ragazzi con disabilità fisiche allo
sport), avere fatto la tedofora a Londra 2012 e avere gareggiato con le atlete
più forti al mondo...
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