Dagli Adagia - raccolta
di proverbi e sentenze scelti da autori classici e commentati con grande
modernità - abbiamo tratto questa lunga e appassionata riflessione sulla guerra
dove Erasmo affronta una questione fondamentale: la guerra può essere giusta? La
violenza può essere giustificata? «Io,
devo dire, non condivido mai la guerra: neppure quella contro i Turchi. La
religione cristiana sarebbe messa davvero male, se la sua sopravvivenza
dipendesse unicamente da questi puntelli! Non ha senso attendersi che, a
partire da premesse ostili, le genti sottomesse diventino buoni cristiani: ciò
che si conquista con la violenza, lo si perde nello stesso modo [...]. “Ma
perché – sento dire – non dovremmo poter sgozzare quelli che vengono a
sgozzarci?”. A costoro rispondo: “Vi sembra davvero così inaccettabile che
altri siano più crudeli di noi? Allora perché non derubiamo chi ci deruba? E
perché non prendiamo a male parole uno per uno tutti quelli che ci offendono?
Perché non odiamo visceralmente tutti quelli che ci odiano?”». Sulla guerra, la
più ampia e pensosa riflessione degli Adagia – l’immenso commento ai proverbi
classici, e medievali, con cui Erasmo da Rotterdam getta il seme della tolleranza
in tempi che vedono avvicinarsi il bagno di sangue delle guerre di religione –
è costituita dalla discussione sul motto di Vegezio Dulce bellum inexpertis, in
cui il grande umanista cristiano sviluppa un anticipatore sistema pacifista,
svolgendo argomenti sul perché la guerra giusta semplicemente non esiste. «Di
fronte al meccanismo più perverso e distruttivo escogitato dalla mente umana –
osserva il curatore Davide Canfora – l’unico antidoto possibile, dal punto di
vista del letterato e sacerdote Erasmo, è rappresentato dalla parola».
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