Tradotta per la prima
volta in Italia una delle più intense
poetesse contemporanee. Il ritmo dei versi di Jo Shapcott, pubblicati in Italia
da DelVecchiioEditore con la traduzione di Paola Splendore, è rapido e insieme
ondeggiante, il suo linguaggio sensoriale e intellettuale è insieme enigmatico
e diretto, difficilmente incasellabile, con richiami a Chaucer e Rilke. La poesia di Shapcott è di rado apertamente
autobiografica, anche laddove gli eventi traumatici della sua vita, come la
malattia che l’ha colpita nel recente passato e da cui si è completamente
ripresa, vengono rielaborati in maniera più evidente, come in Procedure: la
descrizione del sapore amaro delle mandorle, che rimanda al pericolo della
morte, si tramuta, sorso dopo sorso in una sorta di inno al tè che rivela la
gratitudine per la possibilità di poterne ancora gustare il sapore, e si spinge
fino al metaforico accenno a una nuova capacità percettiva che rivela
un’identità rinnovata, e alla gioia del poter ancora avvertire l’energia e la
potenza salvifica della poesia.
Jo Shapcott (Londra,
1953) ha studiato a Oxford e Harvard con Seamus Heaney. Tra le sue raccolte: Electroplating the Baby (1988),
Phrase Book (1992), My life asleep (1998). Of Mutability/Sulla
mutevolezza le è valso il Costa Book Award For Poetry. Nel 2011 le è stata
conferita la Golden Medal For Poetry.
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