martedì 13 ottobre 2015

Scoprirsi figlia. Gioie, dolori e senso di colpa nelle relazioni madre-figlia di Natasha Fennel e Roìsìn Ingle (Odoya). In libreria il 5 novembre 2015

























Con la meravigliosa capacità di coniare termini, propria della lingua inglese, Natasha Fennel e Roìsìn Ingle (il corrispettivo di Elasti irlandese) hanno inventato "daughterhood", “figlialità” ovvero la condizione che accomuna le figlie femmine nel rapporto con le proprie madri. Scoprirsi figlia è il contraltare perfetto dei numerosi volumi che parlano di maternità: una mancanza che doveva essere colmata. La valanga di email di risposta all’annuncio sul giornale che le autrici hanno lanciato (“Se sei una donna e ti piacerebbe migliorare il tuo rapporto con tua madre prima che sia troppo tardi, allora manda una e-mail a…”) conferma immediatamente che il loro desiderio sia comune a tantissime donne adulte. Nasce così il Club delle figlie, ovvero un gruppo di donne che intende confrontarsi sul rapporto con la propria (ormai attempata) genitrice, scambiare storie relative ai propri vissuti e riflettere insieme su cosa sia migliorabile, proprio in questa relazione così intima e duratura. Un nucleo compatto si ritrova per sei mesi con l’impegno di "vuotare il sacco" rispetto alle problematicità della propria situazione. A metà tra un gruppo di lettura e un gruppo di auto aiuto, queste “donne fatte” si “scoprono figlia” in modi differenti. Ci sono Maeve: la Figlia Impegnata, Sophie: la Figlia della pazzia; Lily la figlia del Narcisismo; Cathy: la Figlia che Diventa Come Sua Madre; Grace: la Figlia in Lutto Anticipato. Le due autrici stesse si indagano e scoprono di essere la figlia Dipendente (Roìsìn) e la figlia Devota (Natasha). Si unisce in un secondo momento anche Anna: la Figlia Riluttante. Infine colpo di scena: la trascrittrice dei dialoghi del “club” si unisce ad esso, dopo aver “involontariamente” ascoltato tutti gli incontri. Si chiama Debbie ed è la figlia Deludente. Le storie che emergono non sono facili. Ma è proprio per questo che consentono alla lettrice di identificarsi e approfondire il rapporto con la propria madre e trovare i propri “Motherwork”, ovvero i compiti per mamma. Scopriamo che non esistono rapporti madre figlia “normali” e che ogni situazione presenta delle proprie problematicità che però hanno in comune la possibilità di essere capite, e forse migliorate, con l’autoanalisi. La solidarietà femminile, che consente di estraniarsi dal rapporto in sé, per divenire nuovamente figlia in una versione migliore è forse il vero trucco che Natasha e Roìsìn insegnano con questo volume. L’intensità del Club delle figlie continua oggi tramite il blog di riferimento e lancia una sfida all’Italia: oltre che essere mammone siamo (o saremo) anche in grado di essere delle figlie all’altezza? Questo libro è un’occasione per riflettere utile e dilettevole per tutte le donne.
Natasha Fennell dirige un’importante agenzia di consulenza in comunicazione, la Stillwater Communications, a Dublino. Esperta in comunicazione, coaching, pubbliche relazioni e training, collabora con molti programmi televisivi e radiofonici del canale nazionale rté. È ritenuta la maggiore esperta di “confidenze” in Irlanda, ed è una grande appassionata di cucina.
Róisín Ingle è editor e caporedattrice delle pagine di attualità dell’Irish Times. Sul Magazine settimanale del quotidiano tiene ogni sabato una seguitissima rubrica. Vive a Dublino con il compagno e due gemelline di sei anni.

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