È la notte tra il 27 e
il 28 ottobre 1949. Un aereo Constellation, modello di punta dell'Air France
lanciato dall'eccentrico imprenditore Howard Huges, decolla dall'aeroporto di
Orly, diretto a New York. Non arriverà mai a destinazione. Durante la discesa
per fare rifornimento, l'aereo precipita sul monte Redondo, in un'isola delle Azzorre.
Nessuno dei trentasette passeggeri e degli undici membri dell'equipaggio
sopravvive allo schianto. Adrien Bosc prende avvio da un fatto reale per
raccontare quelle vite spezzate a partire da ciò che le unisce: la morte nello
stesso istante, per una inesorabile concatenazione di piccoli eventi. Una
scelta di prospettiva sorprendente, a dimostrazione che "il destino è
sempre una questione di punti di vista". Ciascuna di quelle vite è un
romanzo: ci sono i ricchi e gli umili, i famosi e gli sconosciuti. C'è il
pugile Marcel Cerdan, che andava a New York per strappare il titolo di campione
del mondo dei pesi medi a Jake LaMotta, il Toro del Bronx. Ad attenderlo Edith
Piaf, impaziente di stringere tra le braccia il suo amante: non si sarebbero
più rivisti. Tra le altre vittime, un industriale cubano, un commerciante
messicano, un autista iracheno, cinque pastori baschi in cerca di fortuna,
un'operaia alsaziana che incredibilmente aveva ereditato un'azienda negli Stati
Uniti... e una star come la violinista Ginette Neveu, pronta a conquistare la
Carnegie Hall. Sono quarantotto naufraghi del cielo di cui viene ricostruito e
rivissuto l'ultimo volo...
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