lunedì 17 agosto 2015

Mi sa che fuori è primavera di Concita De Gregorio (Feltrinelli)



La sofferenza è preziosa, soprattutto quando nasce da vicissitudini dolorose. Lo scoramento, dopo la presa di coscienza e la ritrovata lucidità, si trasforma in forza che ti fa rialzare indipendentemente da quanto sia forte il colpo subito. E se le cicatrici rimangono, l’amore può giorno dopo giorno farle scomparire del tutto.  Sì … l’amore ti far risorgere dalle ceneri, proprio come una fenice. Questa a grandi linee la texture che compone la storia di Irina, protagonista indiscussa di una vicenda avente come oggetto una piccola grande guerra vinta con coraggio, determinazione e un pizzico forse di sana incoscienza. Irina ha una vita tranquilla, metodica, precisa. Un marito, due gemelle.  Lei è italiana, vive e lavora in Svizzera, come avvocato. La sua vita improvvisamente come un fulmine a ciel sereno va in mille pezzettini. Il matrimonio si sfascia in maniera molto “politically correct”! Poi la tragedia, che come tutte le tragedie si veste da tranquillo week end di paura: Mathias, il padre delle bambine, porta via Alessia e Livia, sparendo nel nulla. Passa qualche giorno  e l’uomo si uccide. Delle gemelle non c'è traccia.  Meglio di un autentico libro thriller, il lavoro superbo di Concita De Gregorio,  vuole dirci che nella vita “non può piovere per sempre” (cit. dal Corvo - ndc).  I frammenti di questa storia hanno il battito bio/psichico che va dal dolore alla vita, allontana i facili  giudizi e cerca di distruggere pericolosi pregiudizi. Uno di quei libri in cui sentimento e verità trovano una loro personalissima e purissima dimensione

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