La sofferenza è
preziosa, soprattutto quando nasce da vicissitudini dolorose. Lo scoramento,
dopo la presa di coscienza e la ritrovata lucidità, si trasforma in forza che
ti fa rialzare indipendentemente da quanto sia forte il colpo subito. E se le
cicatrici rimangono, l’amore può giorno dopo giorno farle scomparire del
tutto. Sì … l’amore ti far risorgere
dalle ceneri, proprio come una fenice. Questa a grandi linee la texture che
compone la storia di Irina, protagonista indiscussa di una vicenda avente come
oggetto una piccola grande guerra vinta con coraggio, determinazione e un
pizzico forse di sana incoscienza. Irina ha una vita tranquilla, metodica,
precisa. Un marito, due gemelle. Lei è
italiana, vive e lavora in Svizzera, come avvocato. La sua vita improvvisamente
come un fulmine a ciel sereno va in mille pezzettini. Il matrimonio si sfascia
in maniera molto “politically correct”! Poi la tragedia, che come tutte le
tragedie si veste da tranquillo week end di paura: Mathias, il padre delle
bambine, porta via Alessia e Livia, sparendo nel nulla. Passa qualche
giorno e l’uomo si uccide. Delle gemelle
non c'è traccia. Meglio di un autentico
libro thriller, il lavoro superbo di Concita De Gregorio, vuole dirci che nella vita “non può piovere
per sempre” (cit. dal Corvo - ndc). I
frammenti di questa storia hanno il battito bio/psichico che va dal dolore alla
vita, allontana i facili giudizi e cerca
di distruggere pericolosi pregiudizi. Uno di quei libri in cui sentimento e
verità trovano una loro personalissima e purissima dimensione
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