Ritenuto da molti
contemporanei il primo romanzo moderno, rivelatosi sicuramente il capolavoro di
D'Annunzio, "Il piacere" suscitò grande scandalo all'epoca della sua
pubblicazione (1889).
La figura di Andrea Sperelli, incarnazione perfetta del
dandy che ad ogni senso etico, ad ogni autentico valore antepone il solo gusto
estetico, rappresenta l'uomo "senza centro" che ha perso la propria
identità inseguendo un ideale di bellezza effimero e illusorio.
Sullo sfondo
della Roma umbertina, Sperelli si muove tra alcove e duelli, salotti e
mondanità, diviso tra un amore sensuale e uno spirituale. Nel suo spietato
spirito analitico, nella sua debolezza morale si riconosce in qualche modo
l'autore che, grazie a queste pagine in cui si alternano dinamicamente presente
e passato, realtà e memoria, si affianca ai grandi narratori europei del suo
tempo.
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