Il Tempo è il padrone
assoluto delle nostre vite. Soprattutto nella nostra contemporaneità dove un
giga/capitalismo fagocita esperienze, sentimenti, vite in un tritacarne
molochiano dove risulta impossibile conciliare vita privata e professionale.
Harry Bosch in questo momento della sua esistenza è nell’occhio del ciclone. Ha
una figlia adolescente a cui badare, ed è una difficile gatta da pelare. Ha un lavoro, per lui una vera e propria
missione di vita. Ora è alle prese con un caso:
se n’era occupato vent'anni prima, nel 1992, quando a Los Angeles era
scoppiato il putiferio dopo il pestaggio di Rodney King da parte della
polizia. Le indagini erano state
assegnate poi a un altro dipartimento, con scarsi per non dire inesistenti
risultati. Il Destino quando rimescola
le carte invece tira spesso brutti scherzi, ed Harry, ri/assegnato all'unità
Casi Irrisolti, torna ad occuparsi proprio di quel crimine. Le indagini si rivelano un vero e proprio
girone infernale: le continue interferenze dei superiori, gli mettono i bastoni
tra le ruote, e alla fine Harry viene
pure deferito alla disciplinare. Bosch,
comunque va dritto come un macinasassi per la sua strada perché sa che la morte
della giovane è la punta di un iceberg di un gioco molto complesso in cui sono
coinvolti pezzi grossi. Se dovessi
definire questo libro con un termine utilizzerei la parola spettacolare, vuoi
per la scrittura sempre fluida, vuoi per quel modo di narrare "di
pancia", che anziché svilire la
trama, la rende invece interessante, vuoi per quella ricchezza di particolari
tecnici che rende il romanzo uno dei thriller più belli degli ultimi 30 anni.
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