venerdì 21 agosto 2015

La scatola nera di Michael Connelly (Piemme)



Il Tempo è il padrone assoluto delle nostre vite. Soprattutto nella nostra contemporaneità dove un giga/capitalismo fagocita esperienze, sentimenti, vite in un tritacarne molochiano dove risulta impossibile conciliare vita privata e professionale. Harry Bosch in questo momento della sua esistenza è nell’occhio del ciclone. Ha una figlia adolescente a cui badare, ed è una difficile gatta da pelare.  Ha un lavoro, per lui una vera e propria missione di vita. Ora è alle prese con un caso:  se n’era occupato vent'anni prima, nel 1992, quando a Los Angeles era scoppiato il putiferio dopo il pestaggio di Rodney King da parte della polizia.  Le indagini erano state assegnate poi a un altro dipartimento, con scarsi per non dire inesistenti risultati.  Il Destino quando rimescola le carte invece tira spesso brutti scherzi, ed Harry, ri/assegnato all'unità Casi Irrisolti, torna ad occuparsi proprio di quel crimine.  Le indagini si rivelano un vero e proprio girone infernale: le continue interferenze dei superiori, gli mettono i bastoni tra le ruote, e alla fine  Harry viene pure deferito alla  disciplinare. Bosch, comunque va dritto come un macinasassi per la sua strada perché sa che la morte della giovane è la punta di un iceberg di un gioco molto complesso in cui sono coinvolti pezzi grossi.  Se dovessi definire questo libro con un termine utilizzerei la parola spettacolare, vuoi per la scrittura sempre fluida, vuoi per quel modo di narrare "di pancia",  che anziché svilire la trama, la rende invece interessante, vuoi per quella ricchezza di particolari tecnici che rende il romanzo uno dei thriller più belli  degli ultimi 30 anni.

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