giovedì 20 agosto 2015

Lascia stare la gallina di Daniele Rielli (Bompiani)
























Se non avessi seguito il consiglio di Anna Palmieri non l’avrei mai comprato. Non mi piaceva la copertina, ammiccante quasi a voler dire … puntiamo sulla grafica che il resto è da buttare. Invece una vera e propria rivelazione.  E lo posso dire con certezza che questo libro è davvero bello, singolare e scritto da uno che la scrittura non la fa solo per mestiere.  Il mix è perfetto: soldi, mala vita, giochi di potere, e la terra più cool e vacanziera d’Italia cioè il Salento,  amalgamati in una trama che è sì un giallo, ma è anche molte altre cose.  Certo la storia poteva raccontare delle medesime vicende anche a Bologna o Bergamo o Brescia, ma doveva essere per forza ambientata nel Salento di quegli anni (2010/2011), quando il tacco d’Italia era una terra mitica dove c’erano le prime dance hall a volte legali a volte no, i rave party pizzicati e dove l’erba (quella albanese) la compravi a prezzi stracciati. Il Camping Frassanito (realmente esistente e vicino  a Otranto) è scena di un delitto ovvero una giovane donna viene assassinata. I sospetti cadono su un ragazzo, e il caso viene “affidato” al losco Salvatore Petrachi, patron  di una ditta di security e coinvolto sino al collo in molti, moltissimi giri sporchi.  Il resto scopritelo leggendo questo meraviglioso esordio, che vale la pena tenere in biblioteca. Andando oltre alle attestazioni di stima verso questo scrittore (perché lo è a tutti gli effetti), debbo dire che gli spunti di riflessione che mette a disposizione del  lettore sono tanti, dagli strani meccanismi in bilico tra lecito e illecito, bene e male presenti nelle dinamiche sociali della provincia italiana, ai tanti compromessi che ciascuno di noi (talvolta in maniera inconscia) attiva per sopravvivere al giorno d’oggi tra le mille assenze delle  forze dell’ordine per arrivare all’ambiguità delle istituzioni che ci lasciano soli in hac valle lacrimarum. In estrema sintesi non leggevo un libro così da tempo!!!

P.S. agli editor di Bompiani

Veramente molte famiglie salentine sono così come le descrive Daniele

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