lunedì 17 agosto 2015

Il paese del sole, di Angelo Mastrandrea (Ediesse). Intervento di Nunzio Festa
























Angelo Mastrandrea, a Roma e in Campania e sotto la cintola di quest'iniziazione di Sud, s'è mosso, grazie al giornalismo della realtà già professionalmente vissuto specie per “il manifesto” come per “L'Espresso” e non solo. Per fare una raccolta di reportage narrativi messi sotto il titolo, anche se a nostro avviso l'ex Belpaese più, forse, non lo meriterebbe, de “Il Paese del sole”; fra le maglie, quindi, fatta Roma e il basso Lazio degli sfruttati indiani, la Napoli delle periferie che sappiamo ecc., d'Abruzzo – Basilicata – Lazio – Sicilia. Il metro usato è quello richiama stilemi noti, nel campo delle stesso genere di libri. Con, e non potevan certo mancare, omaggi a personaggi sicuramente noti: da don Peppe Diana a Miriam Makeba. E nelle terre abruzzesi ci si ricordi, come cronaca conferma occasionalmente, che i problemi derivanti dal terremoto che sappiamo sono ancora (praticamente) quasi tutti irrisolti. Mentre la Lucania dei boschi bruciati ovvero la Basilicata che si spopola e consuma alcol è presa innanzitutto dallo scatto, per la verità già usato, della stazione in isolamento di Sicignano. Dove la tratta Sicignano-Lagonegro apre alla terra delle marginalità. Pur se in qualche margine, vedi Aliano, si son inventati i “parlamenti” per portare almeno un po' d'attenzione culturale e un turismo d'almeno qualche giorno in lande sconfortate dal lamento silenzioso d'anziani che poco parlano e tanto sicuramente avrebbero da dire. Mentre i basilichi d'oggi devono far i conti con le possibilità continue e in perpetuo gioco d'alzata di tiro dell'aumento delle trivellazioni, delle estrazioni di petrolio e anche gas. Perché i lucani succubi delle multinazionali, tipo quando erano vittime dell'Eni soltanto, lo sono. Ma sicuramente pur lo saranno. Pur se ogni volta generali vari fan finta di star col popolo. Senza dire che nella maggior parte dei paesi contornati da frane e smottamenti le comunità alla fine non esistono. Rare eccezioni a parte. Guarda Matera, e poi muori. Gli argomenti, le storie e i volti insomma, raccontati e poi narrati senza soluzione di continuità dall'autore Mastrandrea, giornalista e scrittore che potrebbe superare perfino un po' di luoghi comuni, diventano sempre più interessanti – con il passare delle pagine. Gli esempi sarebbero tanti. Citate le migliaia di proletari indiani arrivati a posta per esser sfruttati nei campi e negli allevamenti di bufale d'una ben precisa porzione laziale infettata da sfruttatotri moderni di stampo antico, si deve sicuramente legger con attenzione la vicenda presa da tradizione e leggenda dei “femminielli” di Montevergine. Perchè noi purtroppo la disconoscevamo. Contro ogni forma di razzismo e discriminazione, si può ben sottolineare, ogni anno nel giorno della Candelora presso il santuario di Mamma Schiavona a Montevergine appunto, ascendono, per salutare la madonna nera del luogo, migliaia d'omosessuali campani. Ché nel 1256 la Maria di Campania “fu in grado di rischiarare il cielo e sciogliere le lastre di ghiaccio che tenevano una coppia di omosessuali scacciati dalla città di Avellino, salvando loro la vita”. Questa, decisamente, è una delle belle consuetudini. Di quelle che rimandano poco poco, ancora al 'Paese del sole'. Ma in tutto il volume, Mastrandrea ha dovuto ricordare fallimenti e rapine industriali che sono costati e costano cari agli operai. La classe operaia superstite, infatti, in tanti pezzi del Mezzogiorno è in lotta o in stato d'abbandono e disperazione. Durante e dopo battaglie, sconfitte sonore. Che danno, quando va bene, le briciole denominate: cassa integrazione. Il Meridione è spesso così. Non tanto differentemente, sempre di più, da molti altri luoghi diversi in caratteri di geografia epperò allo stesso modo in crisi. Quando la nuova grande depressione impazza. Distruggendo certezze sicurezze e sogni. Angelo Mastrandrea, facendo ricordo all'ottimismo della volontà, s'augura comunque che i parlamentini alianesi, sindaci alla Accorinti, la “Riciclandia” e il Mammuth di Scampia come l'esempio realizzato della Mancoop a Castelfiore/Santi Cosma e Damiano, ogni esperienza a proprio modo, possano contrastare l'ondata devastatrice. 

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