lunedì 30 novembre 2015

Vivienne Westwood di Vivienne Westwood e Ian Kelly . Dal 3 dicembre 2015 in libreria per Odoya

















Tutti conosciamo di fama Vivienne Westwood, ma il racconto di una vita così incredibile in "presa diretta" è qualcosa che supera di gran lunga la eco mainstream delle gesta della “nonna del punk”. Ian Kelly, autore poliedrico e già collaboratore di Vivienne, si è prestato come coautore per questa “autobiografia a due voci” un po’ in prima persona (Vivienne), un po’ in terza (Ian), ricchissima anche di interviste a celebrità ed entourage della nostra (da Carlo D’Amario a Naomi Campbell, ai figli Ben e Joe). Per la prima volta in italiano quindi La biografia definitiva di Vivienne Westwood, corredata da incredibili foto tratte  dall’archivio privato della stilista. Tutto inizia in medias res: Parigi, un turbinio di stoffe e modelle in mutande con al centro Vivienne che calza una fascia in testa con scritto CAOS. La recentissima sfilata “Everything is connected” viene qui descritta dal suo brulicante backstage come in un documentario. Da quella che è oggi una delle stiliste più quotate al mondo, le basi del cui impero del fashion si sviluppano dal Sol Levante all’Italia con tutto quello che c’è in mezzo, parte il filo dei ricordi. La giovinezza provinciale, l’insegnamento, l’estrema sete di sapere e poi Londra e Malcolm McLaren… Tutto cambiò con Malcolm, ovviamente. Un rapporto in cui Vivienne fu dapprima spronata e poi vampirizzata, un rapporto distruttivo: “Era come una missione: non usciva di casa se prima non era riuscito a farmi piangere. Malcolm era un bullo.” Ma prima della caduta e delle eterne liti per i diritti sul marchio la premiata coppia partorì uno dei movimenti artistici/politici più carichi di conseguenze per i costumi mondiali: il PUNK. Dal sottobosco di personaggi che gravitavano intorno a King’s Road a Chelsea (Londra!) e dalla passione di McLaren per Lettrismo, Situazionismo e per i gruppi rock che gravitavano intorno al Chelsea hotel a New York nacque una boutique (Let’s Rock, poi SEX, poi  World’s End…), un look (spille da balia, borchie, lattice, scritte sulle magliette tipo “I HATE”), una musica (quella dei Sex Pistols), un atteggiamento (strafottente e antiautoritario), un afflato pre-politico (nichilistico, provocatorio anche in campo sessuale e iconoclasta) e un mare di guai (Sid e Nancy, vari arresti e ladruncoli messi in cassa al negozio più promettente di Londra). Le scritte sulle magliette, il new romantic, lo stile piratesco, tutte cose che Malcolm McLaren condensava in una frase e Vivienne sviluppava con le sue mani e la propria creatività; crescendo due figli e portando di fatto a casa quel poco di pane che la bizzarra famiglia mangiava. Ripercorrere quel periodo è elettrizzante: pensate a quanto oggi sia inflazionata la moda dei vestiti strappati o delle scritte sulle magliette. La inventò Vivienne, è un lascito del punk!
La morte nel 2010 di Malcolm McLaren consente oggi a Vivienne di togliersi dei sassolini dalle scarpe. L’inventore del punk non volle mai ammettere che fosse in realtà lei a creare vestiti e accessori, mentre lui si occupava di musica. Fu un italiano, Carlo D’Amario a “salvarla" dallo spettro di McLaren. Incredibile pensare come una londinese possa affermare che “Fu una manna dal cielo [la relazione con Carlo], questo e il fatto di andare in Italia: un cambiamento radicale.”. Erano gli anni Ottanta e l’Italia divenne la patria della Vivienne Westwood Inc. Un intero capitolo dedicato alla nostra nazione spiega come la patria della creatività e i personaggi che allora vi gravitavano accolsero e valorizzarono Vivienne che ancora oggi parla con orgoglio la nostra lingua perché “in fabbrica [nella sartoria dove creavano i vestiti col suo marchio] si parlava solo quello”. Fu per esempio con Mini Crini, apprezzata e indossata anche da Madonna, che la stilista ebbe la sua apoteosi come artista della moda: il look cortissimo e un po’ a palloncino con corpetti e crinoline (un po’ Minnie, un po’ vedo-non vedo) ha visto infinite repliche e rivisitazioni, ma è tutta farina del suo sacco. Associare l’idea dell’autoproduzione (dopotutto il punk è il DIY per eccellenza) alla moda è uno dei punti di forza di questo lavoro, che documenta i ricordi di vari personaggi rendendoli vividi come se fossero filmati. Ma anche studiare il periodo fertile (quello italiano) per la nascita di un marchio oggi tra i più quotati al mondo è altrettanto entusiasmante da leggere. Importantissimo infine un altro risvolto della personalità forte e determinata di questa donna, che sembra venire da un altro pianeta per quanto è “avanti”: l’attivismo. Le strenue e mai disertate battaglie contro il cambiamento climatico appassionano l’ormai settantenne signora che ancora oggi va a lavoro in bicicletta; noti i suoi fondi ad Amnesty International, il Consiglio Britannico per i Rifugiati, PETA, l’Environmental Justice Fundation e Friends of Earth. L’impegno che la contraddistingue è quello contro il cambiamento climatico. Davvero intrigante la lettera riportata nel volume in cui Vivienne spiega all’amica Naomi Campbell come essere utile e soprattutto perché fronteggiare il global warming. Si aggiunga la battaglia pro Bradley Manning e pro Julian Assange (qui ritratto con la maglietta firmata Vivienne Westwood con la faccia della stilista in persona la quale dichiara “Io sono Julian Assange”) per capire dove la “nonna del punk” voglia andare a parare. Vivienne ha scelto l’immagine di copertina di questo libro: una foto degli anni Settanta con il coup sauvage (pettinatura inventata da lei e poi “copiata” da David Bowie) e la bellezza selvaggia della sua giovinezza l’avrebbe fatta sentire meno a suo agio. Anche questo è Vivienne Westwood: orgoglio femminile e autenticità.

Viviene Westwod Nata nel 1941 nel Derbyshire come Vivienne Isabel Swire, nel 1958 si trasferisce con la famiglia a Londra, dove studia moda e oreficeria alla Harrow School of Art. Abbandonata l’università, studia per diventare insegnante. Nel 1962 sposa Derek Westwood e l’anno successivo nasce il figlio Benjamin. Matrimonio dolcemente naufragato a cui segue la turbolenta e creativa relazione con Malcolm McLaren, da cui nasce il secondo figlio Joseph. Nel 1981 la prima sfilata a Londra, con la collezione Pirate. Nel nuovo millennio dà il suo pieno appoggio all’organizzazione ambientalista Cool Earth e al movimento per la difesa dei diritti civili Liberty. Viene insignita del titolo di Ufficiale dell’Impero Britannico e poi di Dama di Commenda dell’Impero Britannico. Premiata più volte come British Fashioner of the Year, nel 2004 ha ricevuto ad Amburgo il Women’s World Fashion Award dall’ex presidente Michail Gorbačëv.

Ian Kelly Celebre attore teatrale e cinematografico inglese. Pluripremiato scrittore e drammaturgo.
Le sue precedenti opere includono le biografie di Casanova (Sunday Times Biography of the Year), di Beau Brummell e di Samuel Foote (Theatre Book of the Year 2013). Come attore, Ian è conosciuto al grande pubblico internazionale per il suo ruolo di padre di Hermione nella serie cinematografica Harry Potter.


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