Che triste autunno,
questo autunno, per il detective privato Mario Borri, 65 anni d’età per 165
centimetri d’altezza. La pensione è alle porte. E mentre sta provando
inutilmente ad ammorbidire il magone per l’ormai imminente addio alle armi con
qualche dose non troppo sparagnina di Jack Daniel’s liscio, si presenta nel suo
ufficio una sventola dai capelli fulvi che gli propone un lavoretto
all’apparenza facile facile. Non a Milano, però: in un paese lacustre lontano
dalla sua amata città. Dove muoversi, per lui - che pare uscito da un film noir
degli anni ’40 - è come camminare sulle uova. E di uova ne romperà parecchie.
Ma alla fine… Fra incontri con cinghiali, guardiani, suore, vecchietti con e
senza cappelli, albergatrici ex cantanti di night, baristi arcigni e
carabinieri occhiuti, l’ultima avventura del detective Borri si colora di toni
imprevedibili e umoristici.
Perché vale la pena di
leggere Mistero sul lago nero? - Perché è un libro che straripa di strani
episodi e aneddoti divertenti, senza però dimenticare l’importante tradizione
che ha alle spalle – partendo da Raymond Chandler per arrivare fino al
pasticciaccio di Carlo Emilio Gadda – rendendosi una sorta di emulazione
consapevole. Perché nonostante la sua profonda anima umoristica, non rinuncia a
quegli aspetti essenziali di un buon noir: il disvelamento del mistero segue i
binari di un’indagine vera, fatta di colpi di scena credibili. Come deve essere
in un puro romanzo di genere. Infine perché Massimo Cassani, al suo sesto
libro, si riconferma per quello che è: uno scrittore. I dialoghi sarcastici e
la prosa sferzante accompagnano splendide e precise descrizioni di un paesaggio
non metropolitano, anomalo, che la realtà ci ha abituati a dimenticare.
COME COMINCIA - Un po’
di malinconia mi stava venendo, amici miei, ve lo devo confessare. Ma stavo
provando ad ammorbidirla con due dita di Jack Daniel’s liscio, sorseggiate con
calma, le gambe allungate sulla scrivania, lo sguardo al soffitto.
Nell’intonaco annerito dal fumo di sigaretta si intrecciavano svincoli di
ipnotiche e tortuose fessure scavate dal tempo. Ero solo, tolta una cimice che
sgambettava sul vetro della finestra con addosso soltanto qualche goccia di
Chanel N°5. Stavo lì senza far niente, aspettavo e basta. Ho sempre adorato
star lì, senza far niente, aspettando e basta, ma quella volta la malinconia mi
stava rovinando il mio passatempo preferito.
Massimo Cassani,
giornalista, è nato a Cittiglio, in provincia di Varese, nel 1966 e vive a
Milano da quasi trent’anni. Mistero sul lago nero è il suo sesto romanzo. Ha
esordito nella narrativa con Sottotraccia (Sironi, 2008 e poi TEA, 2015), primo
episodio della serie con protagonista il commissario Micuzzi, cui sono seguiti
Pioggia battente (Sironi 2009, TEA, 2014), Zona Franca (TEA, 2013) e Soltanto
silenzio (TEA, 2014). Per Laurana ha pubblicato nel 2010 Un po’ più lontano,
dedicato ai temi della solitudine e dell’agnizione d’identità. Nel 2015 ha
partecipato con un racconto autobiografico all’opera collettanea dal titolo La
formazione dello scrittore (Laurana) in cui compaiono scritti, fra gli altri,
di Tullio Avoledo, Raul Montanari e Alessandro Zaccuri. Dal 2010 collabora con
la Bottega di narrazione, scuola di scrittura creativa condotta da Giulio
Mozzi.
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