venerdì 23 ottobre 2015
giovedì 22 ottobre 2015
mercoledì 21 ottobre 2015
LA PESCA DELLO SPADA di Eugenio Tornaghi (Novecento Editore)
In una Milano
annichilita dalla crisi, il commissario Libero Cattaneo indaga sull’omicidio di
due banchieri, per scoprire che i problemi dell’Italia hanno origini lontane. Un
giallo originale e coinvolgente, che porta il lettore all’interno dell’universo
più violento e implacabile che esista: il mondo del denaro, il mondo della
finanza. «È qui che la matematica finisce e comincia la vita! Quello che deve
visualizzare, commissario, non sono più dei numeri ma aziende costrette a
chiudere, persone che perdono il lavoro, famiglie che non hanno più la casa».
Perché vale la pena di
leggere La pesca dello spada?
Perché è un thriller di
ampio respiro, che appassiona e guida il lettore nella comprensione dei lati
più oscuri e intricati del mondo finanziario. Perché il ritmo veloce e
incalzante crea la suspence ideale, perfetta, che non può mancare in un giallo
ben fatto. E questo lo è. Perché il lettore – addentrandosi nel testo – può
vedere che la fiction non è solo “finzione”, ma è intrecciata con i meccanismi
reali e con la storia recente italiana. Quella più oscura. Perché Eugenio
Tornaghi, al suo terzo romanzo, si conferma un autore abile, istintivo, con uno
stile tagliente, capace di costruire una storia densa, ricca ma di piacevole e
scorrevole lettura.
Come comincia - Il
commissario Cattaneo smontò dall’auto e guardò la piccola folla che si era
radunata in piazza Cordusio. “Il casco, dottore”, disse un ispettore, porgendoglielo.
Cattaneo considerò i manifestanti. Gli sembrarono meno pericolosi del traffico
che avevano bloccato. Rifiutò con un cenno della mano. “Vediamo di spingerli
verso via Dante”, disse senza convinzione. Gracchiò la radio. Rispose pigiando
il tasto avanti. “Che minchia fai lì impalato? Li vogliamo levare di mezzo
questi quattro coglioni?” Cattaneo si guardò attorno, sull’altro lato della
piazza riconobbe la sagoma tozza del vice questore Amore. Lo vide portare la
radio alla bocca: “E muoviti cazzo!”.
Eugenio Tornaghi, 48
anni, lavora presso uno dei maggiori gruppi bancari europei, dove ricopre la
carica di Senior Vice President. Ha scritto favole illustrate per bambini e
romanzi gialli. Nel 2010, con Il debito dell’ingegnere (Todaro), ha vinto il premio
NebbiaGialla.
martedì 20 ottobre 2015
Sul Soffitto. Un’incredibile favola surreale sull’esclusione e la tolleranza. Dall’erede di Queneau, Ionesco e Jarry con la traduzione di Gianmaria Finardi. Nelle librerie dal 22 ottobre 2015 per Del Vecchio Editore
Del Vecchio Editore
pubblica in Italia Sul soffitto del francese Éric Chevillard che sarà ospite
del FESTIVAL DE LA FICTION FRANÇAISE dal 24 al 26 novembre, con tre tappe:
Venezia, Roma e Palermo.
È un uomo ordinario:
veste in grigio, non è particolarmente alto e ha un viso comune, come se ne
vedono tanti. Nonostante ciò non riesce a fare a meno di richiamare
un’attenzione indesiderata ovunque vada. Deve, infatti, chinarsi per passare
attraverso qualsiasi porta, può guidare soltanto una cabriolet e deve indossare
abiti abbottonati sul davanti. Nulla – si lamenta – è stato progettato per
rendergli la vita più confortevole. Cosa dovrà dunque fare un uomo che gira
costantemente con una sedia rovesciata sulla testa? La risposta sembra essere
trasferirsi sul soffitto. Quando il narratore e i suoi amici, tra cui Kolski
(che vuole realizzare una scultura fatta del suo stesso odore corporeo)
e la signora Stempf
(che si rifiuta di dare alla luce i suoi figli, perché immagina il parto come
uno sfratto forzato per mano di rudi insensibili), devono lasciare la propria
abitazione in
un
cantiere abbandonato di Parigi, decidono di trasferirsi da Méline, la fidanzata
del narratore, che vive con la sua famiglia convenzionale. Ma la camera da
letto di Méline è troppo piccola per accogliere tutti, così i nuovi arrivati
decidono di spostarsi sul più spazioso soffitto. Ma anche il soffitto comincia
ad assomigliare ben presto al mondo di sotto, afflitto dalla medesima e
fastidiosa convenzionalità...
La
prosa sorprendente e talentuosa di Chevillard e il suo bizzarro umorismo si
concentrano sui temi dell’esclusione, della diversità e della tolleranza,
consentendo ai lettori di vedere le cose da una prospettiva decisamente
differente
Éric Chevillard, nato
nel 1964 a La Roche–sur–Yon, è uno dei più interessanti e originali scrittori
francesi contemporanei. È l’ideatore del blog letterario L’Autofictif, uno tra
i più seguiti in Francia.
lunedì 19 ottobre 2015
L' altro lato del mondo di Mia Couto (Sellerio)
Un ragazzino di undici
anni non ha mai visto una donna nella sua vita. Accade allora che la prima
volta che ne incontra una la sorpresa è così grande da farlo scoppiare in
lacrime. Quel ragazzo ha vissuto per otto anni all'interno di un Parco Safari
abbandonato, e conosce solo il padre, il fratello, lo zio e un ex militare, al
tempo stesso amico e servitore. Gli è stato detto che sono gli unici sopravvissuti,
che non ci sono contatti col mondo, che sono in attesa di un cenno da parte di
Dio e che in questo luogo non è ammesso né piangere né pregare. Dopo la morte
della moglie, il padre ha deciso di troncare ogni legame e ha scelto di
esiliarsi in quel posto remoto e inaccessibile convincendo i familiari che il
mondo che li circonda è scomparso. Jesusalém, questo è il nome che gli viene
dato, è un luogo apocalittico, un Paradiso alla rovescia, dove l'uomo si è
costruito un suo microcosmo per riuscire a dimenticare la realtà che gli ha
portato solo dolori, dominata dal caos e dalla violenza. Il fratello maggiore
ha dei vaghi ricordi del passato e del mondo esterno, al quale vorrebbe
tornare. Per questo mantiene un legame con ciò che si sono lasciati alle spalle
e ne fa partecipe il fratello minore, insegnandogli in segreto a leggere e a
scrivere. Il bambino subisce il delirio di annientamento del padre e ne diventa
complice, ma trova una segreta via di fuga nella scrittura...
venerdì 16 ottobre 2015
IL GRANDE SLAM DI CHARLES WEBB con la traduzione di Nicola Manuppelli e la prefazione Enrico Montanari (Mattioli 1885). In uscita il 5 novembre
Pochi anni dopo
l’improvviso e planetario successo del suo romanzo di esordio, Il laureato,
Charles Webb ci racconta la storia di un tenero e sensibile pittore di
provincia, sballottato fra una vicina di casa che tenta di togliersi la vita e
una coppia di galleristi che pretende di trasformarlo in una star. Narrato in
prima persona con uno stile coinvolgente e raffinato, la vicenda si snoda
attraverso periodi di lavoro frenetico (elaborati quadri che rappresentano solo
arance, perlopiù ammuffite) alternati a quello che il narratore definisce
‘Grande Slam’, una colossale sbronza che si protrae per periodi indefiniti e
che determina anche la sua relazione col sesso e con la sfera affettiva. E,
sorpresa, la magia di Mrs Robinson si ripete anche qui: gli stessi dialoghi
asciutti e cinematografici, lo stesso senso di smarrimento di fronte a un mondo
di plastica.
Charles Webb (1939), statunitense, è autore di
otto romanzi, convive con la ex-moglie e pittrice Fred, da cui ha divorziato
senza separarsi, per protesta contro le leggi sul matrimonio. Non ha guadagnato
quasi nulla dai proventi del suo bestseller planetario, Il laureato, e ciò che
ha guadagnato lo ha regalato, come dice lui, “non per qualche ideale
francescano, ma perché non sopportavamo di avere bagagli”. Ha vissuto in
baracche, campi nudisti, roulotte, rifugi per poveri. Oltre all’opera più
celebre, Il laureato, da cui è stato tratto un film per la regia di Mike
Nichols con la celebre interpretazione di un giovane Dustin Hoffman, e a questo
Booze, ha scritto altri piccoli capolavori come Love, Roger e New Cardiff da
cui è stato tratto il film Hope Springs con Colin Firth.
Men in Arms. Una storia sociale della guerra di Richard A. Preston e Sydney F. Wise (Odoya) in libreria il 5 novembre 2015
“Questo libro si propone di stabilire una
relazione fra la storia della guerra e la storia della società in Occidente e
di individuare gli effetti dell’una sull’altra e viceversa.”
Tranne pochissime
eccezioni, i libri in cui si raccontano le vicende dei popoli presentano i
fatti bellici come fratture, interruzioni, parentesi nel corso della storia.
Anche nelle opere che analizzano minuziosamente origini, svolgimento e
conseguenze delle guerre, quando i giovani diventano uomini in armi e le
officine non producono più aratri ma spade e bocche da fuoco sembra che inizi
un intermezzo che si svolge fuori dal consueto scenario sociale, tra le quinte
della storia. Men in Arms riporta invece gli eserciti nella storia, studiando
la guerra come un fatto sociale condizionato dall’evoluzione economica,
culturale e tecnologica, e che a sua volta condiziona il seguito di tale
evoluzione. Le “parentesi” belliche sono esaminate e valutate, attraverso le
diverse epoche, all’interno delle strutture della società in cui si sono
sviluppate; e l’arte militare non è considerata come qualcosa di autonomo
rispetto alla globalità del processo storico, ma costantemente ricollegata –
per i suoi presupposti tecnici, per le concezioni strategiche, per l’uso delle
masse umane – alle condizioni materiali di esistenza in un determinato luogo e
tempo, all’organizzazione del lavoro, alle idee prevalenti, ai rapporti fra
corpi sociali, e agli effetti che ha avuto sull’evoluzione “civile” della
collettività. La guerra cessa di essere un compartimento stagno e rientra nel
circolo della storia integrale della società. Opera di grande respiro, densa di
fatti, nozioni e squarci rivelanti, questo libro ripercorre tutte le vicende
belliche dell’Occidente lungo un vastissimo arco storico che va dal conflitto
fra Atene e Sparta al confronto fra le grandi potenze del XX secolo giocato nei
laboratori atomici.
Richard A. Preston è stato uno dei maggiori
studiosi di storia militare, presidente della Canadian Historical Society,
professore alla Duke University dopo aver insegnato alla Toronto University e
allo University College di Cardiff.
Sydney F. Wise ha insegnato
storia al Royal Military College e alla Queen’s University dell’Ontario. è
stato direttore della Sezione storica delle forze armate canadesi.
Iscriviti a:
Post (Atom)