lunedì 21 settembre 2015

I Catari di Paolo Lopane (Besa editrice)























Alla metà del XII secolo, una Chiesa dilaniata dallo scisma d’Oriente vide profilarsi una nuova e minacciosa insidia alla propria coesione interna: il Catarismo, la grande eresia venuta dall’Est. Eredi di una prospettiva gnostica ferocemente avversata già dai primi imperatori cristiani, i Catari, combattuti “con il ferro e con il fuoco”, professavano dottrine eterodosse che minavano alle fondamenta il potere di Roma. “Bugri”, furono definiti con disprezzo nelle Gallie; “Bulgari”, per le loro tenaci radici balcaniche. Ma la parola “Catari” significava “puri”, e non vi sarebbe stata, forse, denominazione più adatta a caratterizzare un movimento spirituale che dell’assoluto rigore morale aveva fatto la propria bandiera. Il presente saggio ricompone in un grande, suggestivo affresco, luci e ombre dell’appassionante epopea di questo movimento.

Paolo Lopane è nato a Bari, dove insegna. Membro della Società di Storia Patria per la Puglia e dell’Associazione del Centro Studi Normanno-Svevi dell’Università di Bari, ha pubblicato nel 2000 un documentato saggio sul catarismo occitano – Il risveglio della gnosi nella Francia albigese (Besa Editrice) – cui ha fatto seguito nel 2004 un saggio sull’Ordine dei Cavalieri di Cristo e del Tempio di Salomone, dal titolo I Templari. Storia e leggenda (Besa Editrice). Nello stesso anno ha contribuito con uno studio sugli insediamenti cavallereschi nel Meridione d’Italia (“La presenza templare nella Valle dell’Ofanto”) alla stesura del volume Ofanto, a cura di A. Ruggiero. Nel 2012 ha poi curato un saggio miscellaneo sul poeta armeno Hrand Nazariantz – Hrand Nazariantz, Fedele d’Amore – vincitore della XXIX edizione (2013, sez. XIV) del Premio Internazionale di Poesia e Letteratura “Nuove Lettere”, indetto dall’Istituto Italiano di Cultura di Napoli e dalla rivista letteraria internazionale “Nuove Lettere”. Collabora con riviste specializzate.

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domenica 20 settembre 2015

Madonna - Bitch I'm Madonna ft. Nicki Minaj

Solo bagaglio a mano di Gabriele Romagnoli (Feltrinelli)



Non ingombrare, non essere ingombranti: è l'unica prospettiva che si possa contare fra quelle positive, efficaci, forse anche moralmente e politicamente buone. Gabriele Romagnoli ha avuto modo di pensarci in Corea, mentre era virtualmente morto, chiuso in una cassa di legno, per un bizzarro rito-esperimento. Nel silenzio claustrofobico di quella bara, con addosso solo una vestaglia senza tasche (perché, come si dice a Napoli, "l'ultimo vestito è senza tasche"), arrivano le storie, le riflessioni, i pensieri ossessivi che hanno a che fare con la moderazione. Il bagaglio a mano, per esempio. Un bagaglio che chiede l'indispensabile, e dunque, chiedendo di scegliere, mette in moto una critica del possibile. Un bagaglio che impone di selezionare un vestito multiuso, un accessorio funzionale, persino un colore non invadente. Il bagaglio del grande viaggiatore diventa metafora di un modello di esistenza che vede nel "perdere" una forma di ricchezza, che sollecita l'affrancamento dai bisogni, che non teme la privazione del "senza". Anche di fronte alle più torve minacce del mondo, la leggerezza di sapersi slegato dalla dipendenza tutta occidentale della "pesantezza" del corpo, e da ciò che a essa si accompagna, diventa un'ipotesi di salvezza. Viaggiare leggeri. Essere leggeri. Vivere leggeri. Gabriele Romagnoli centra uno dei temi decisivi della società contemporanea e della sopravvivenza globale e scrive una delle sue opere più saporite, il racconto di una rinascita, di un risveglio.

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venerdì 18 settembre 2015

The Weeknd - Can't Feel My Face

Maltempo di Mariolina Venezia (Einaudi). Intervento di Nunzio Festa



Saremo felicissimi, se avremo azzeccato una cosa: il prefetto 'Vitali' di "Maltempo", ultimo appassionante romanzo di Mariolina Venezia, porta questo nome in omaggio al narratore dal nome di battesimo 'Andrea'; perché trovo, e lo sottolineo senza retorica o falso pudore, che l'ultima opera di Venezia debba molto allo scrittore di quel ramo del lago di Bellano. Certo, l'ambientazione è ovviamente diversa. Come differente è l'approccio ai luoghi, perché Mariolina Venezia sceglie nuovamente di passare attraverso i luoghi della sua Lucania ma destinando a loro una riflessione su quel che socialmente, oltre che culturalmente (quindi sociologicamente, usando invece il metro proprio d'Andrea Vitali) dimostrano d'esser diventati. Per questa ragione la nostra cara pm Imma Tataranni oltre che impattare col le sue stesse frenesie del cuore deve aggiornare la lettura del mondo a dimaniche politicheggianti sia quando coccolate da politici e affaristi, sia nella versione immaginata, sognata, cercata di ragazze davvero tutte uguali e in corso per arrivare nelle trasmissioni televisive o, indiferentemente, al caldo approdo delle serate da bunga bunga. Piove, nonostante la primavera s'affaccia a Matera. E il tempo è senza dubbio incerto nella vita della giovanissima Miulli: siucida oppure uccisa? Nella provincia materana la pm deve poi rifare i conti con le supertizioni che provano a rimettere in pista un malocchio in realtà debellato dal consumismo fresco d'annata. E Tataranni deve capire un po' meglio come, quando e quanto gli interessi che regolano l'estrazioni del petrolio della Basilicata, la rapina di questo bene alle sue comunità, saltano dal cappelliano ristorante "Il Capretto" alle tavole di festini zeppi di nomenclatura regionale e nazionale. Forse i fantasmi veri non saranno della fascinosa Craco - margine sconfitto dall'idraulica e riconsiderato dal turismo in genere -, però fanno capolino prima nell'ufficio della pm Imma, poi nei suoi sogni e, ancora, sicuramente in ultimo, nelle strategie inventate al fine di farla davvero fessa. Epperò Imma Tataranni, grazie a buone dosi d'attenzione, fregare difficilmente si farà. Un nuovo giallo che, dove non conoscessimo i posti, ce li farebbe cercare. Un altro romanzo che parla della modernità. Descrivendola. Perché non è necessario sempre mitizzarla/demonizzarla, la modernità. E nemmanco è utile inneggiare al modernismo. Ché le donne in nero ci sono ancora, nella Lucania dei margini e della fotografia da cartolina. Insieme alla trivelle che possono spostare in avanti e indietro la natura. A loro piacimento.

Una donna per amica Trailer Ufficiale Italiano (2014) - Giovanni Verones...

Uno, nessuno e centomila di Luigi Pirandello. A cura di Sergio Campailla (Newton Compton)























«Avevo ventotto anni e sempre fin allora ritenuto il mio naso, se non proprio bello, almeno molto decente». Ha inizio così l’odissea di Vitangelo Moscarda, quando un commento distratto della moglie lo inchioda a una tremenda verità: gli altri ci vedono in modo diverso da come ci vediamo noi stessi. Tra gli esiti più nuovi della letteratura del Novecento, l’ultimo romanzo di Pirandello è la storia di un “naufragio dell’esistenza”: in seguito al cortocircuito iniziale, il protagonista arriva ad accettare l’incompletezza di sé attraverso la via della rinuncia e della solitudine, fino all’abbandono definitivo di ogni coesione interna, fino alla follia. Come ebbe a dire l’autore stesso, dei suoi romanzi Uno, nessuno e centomila è il «più amaro di tutti, profondamente umoristico, di scomposizione della vita».

Tutti pazzi per Rita: La mia vita, i miei sogni, la mia voglia di cantare di Rita Pavone (Rizzoli)



Quando l’Italia scoprì questa ragazzina dai capelli rossi tutta grinta ed energia, Rita Pavone aveva solo diciassette anni e una voglia infinita di cantare. Forse ancora più determinato era il papà, Giovanni, che continuava a iscriverla ai concorsi anche quando lei si era ormai rassegnata a lasciar perdere la musica per un lavoro più sicuro in una camiceria della sua Torino. La vittoria alla Festa degli Sconosciuti di Ariccia del 1962, organizzata dal futuro marito Teddy Reno, segna l’inizio di un percorso ricco di successi e soddisfazioni: le indimenticabili hit di Rita (La partita di pallone, Come te non c’è nessuno, Il ballo del mattone) sono entrate nella storia del nostro Paese, così come la sua interpretazione nel Gian Burrasca di Lina Wertmuller, le apparizioni in Studio Uno e Stasera Rita!, quelle al cinema accanto ad attori del calibro di Totò e Giancarlo Giannini, quelle in teatro. Ma l’Italia è sempre stata troppo piccola per Rita, icona pop in anticipo sui tempi: ospite per ben cinque volte all’Ed Sullivan Show, ha riempito veri e propri templi della musica come la Carnegie Hall di New York e venduto milioni di dischi in tutto il mondo. E se mai ogni tanto si è fermata per un momento è stato solo per programmare nuove avventure e ripartire con più energia. In occasione dei suoi settant’anni, Rita ha voluto fare un regalo a se stessa ma anche a tutti i suoi fan: per questo ha ripercorso tutto d’un fiato le tappe della sua carriera con tanti racconti di backstage e raccolto in un inserto prezioso foto inedite e memorabilia. Infine, in una ricca sezione finale del libro, celebri artisti del calibro di Renato Zero, Gianni Morandi, Antonello Falqui, Lina Wertmüller, Enrico Ruggeri, Pupi Avati e molti altri hanno voluto esprimere il loro affetto e la loro ammirazione per una grande amica, per una straordinaria artista