Quando l’Italia scoprì
questa ragazzina dai capelli rossi tutta grinta ed energia, Rita Pavone aveva
solo diciassette anni e una voglia infinita di cantare. Forse ancora più
determinato era il papà, Giovanni, che continuava a iscriverla ai concorsi
anche quando lei si era ormai rassegnata a lasciar perdere la musica per un
lavoro più sicuro in una camiceria della sua Torino. La vittoria alla Festa
degli Sconosciuti di Ariccia del 1962, organizzata dal futuro marito Teddy
Reno, segna l’inizio di un percorso ricco di successi e soddisfazioni: le
indimenticabili hit di Rita (La partita di pallone, Come te non c’è nessuno, Il
ballo del mattone) sono entrate nella storia del nostro Paese, così come la sua
interpretazione nel Gian Burrasca di Lina Wertmuller, le apparizioni in Studio
Uno e Stasera Rita!, quelle al cinema accanto ad attori del calibro di Totò e
Giancarlo Giannini, quelle in teatro. Ma l’Italia è sempre stata troppo piccola
per Rita, icona pop in anticipo sui tempi: ospite per ben cinque volte all’Ed
Sullivan Show, ha riempito veri e propri templi della musica come la Carnegie
Hall di New York e venduto milioni di dischi in tutto il mondo. E se mai ogni
tanto si è fermata per un momento è stato solo per programmare nuove avventure
e ripartire con più energia. In occasione dei suoi settant’anni, Rita ha voluto
fare un regalo a se stessa ma anche a tutti i suoi fan: per questo ha
ripercorso tutto d’un fiato le tappe della sua carriera con tanti racconti di
backstage e raccolto in un inserto prezioso foto inedite e memorabilia. Infine,
in una ricca sezione finale del libro, celebri artisti del calibro di Renato
Zero, Gianni Morandi, Antonello Falqui, Lina Wertmüller, Enrico Ruggeri, Pupi
Avati e molti altri hanno voluto esprimere il loro affetto e la loro
ammirazione per una grande amica, per una straordinaria artista
venerdì 18 settembre 2015
Ricette in famiglia di Benedetta Parodi (Rizzoli)
Nella cucina di casa
Parodi c’è sempre un gran via vai: Fabio prende un caffè al volo prima di
uscire, Eleonora e Matilde sperimentano la ricetta di una torta, Benedetta
scola la pasta per la cena mentre Diego di soppiatto ruba le olive dal frigo.
Perché non entrate anche voi a dare un’occhiata? Benedetta vi invita a casa sua
per imparare a preparare oltre 150 nuove ricette (tutte fotografate da lei!).
Con una colazione golosa, un pranzo veloce ma stuzzicante, una merenda festosa,
un aperitivo ricco, una cenetta in compagnia o uno spuntino fuori orario a lume
di candela trasformerete ogni giorno in un’occasione speciale!
BENEDETTA PARODI - Nata
ad Alessandria, si è laureata in Lettere moderne a Milano. Ha curato la pagina
dello spettacolo di Studio Aperto, tg che ha condotto fino al 2008 quando ha
ideato la rubrica “Cotto e mangiato”. Dopo “I Menù di Benedetta”, su La7, da settembre
2013 ha preso le redini della cucina di Real Time come conduttrice del talent
di grandissimo successo “Bake off Italia. Dolci in forno” e della trasmissione
“Molto bene”, dedicata alle sue ricette. Ha pubblicato Cotto e mangiato
(Vallardi, 2009) Benvenuti nella mia cucina (Vallardi, 2010), I menù di
Benedetta (Rizzoli, 2011), Mettiamoci a cucinare (Rizzoli, 2012) e È pronto!
(Rizzoli 2013) e Molto Bene (Rizzoli 2014), raggiungendo sempre la vetta delle
classifiche. Con grande successo, ha scritto la sua prima saga per ragazzi: Le
fate a metà e il segreto di Arla (Rizzoli, 2013), Le fate a metà e il sigillo
di brina (Rizzoli, 2014) e Le fate a metà e il ritorno di Yoro (Rizzoli, 2014).
giovedì 17 settembre 2015
Putsch! L'ascesa di Hitler di Richard Hanser (Odoya). Dal 1 ottobre 2015 in libreria
Se esiste un atto di inizio della Seconda guerra mondiale, quello fu il golpe della birreria di Monaco del 1923. Il Putsch voluto da Adolf Hitler nella città che più amava: la Monaco cara a Mann, Brecht, Klee, Wagner e Rilke, fu la prima azione di violenza organizzata dell’uomo in seguito definito “il più dinamico fattore di distruzione che l’umanità abbia prodotto finora”. Hanser ripercorre gli anni della giovinezza di Hitler e la sua trasformazione da pittore senza alcun talento a leader politico avvenuta nel periodo trascorso nelle trincee della Prima guerra mondiale. Gli anni della Repubblica di Weimar non furono semplici per la Germania. Da un lato le masse di operai tornati dal fronte avrebbero voluto seguire l’esempio russo del 17, dall’altro un amplissimo fronte nazionalista – tra cui generali con ruoli carichi di significati come Erich Ludendorff – cercavano rivalsa, vendetta e la gloria sottrattagli sul campo di battaglia. Non stupisce quindi che gli afflati pangermanisti, l’antisemitismo, l’anticomunismo – proprio in Baviera, nel 1922, si era proclamata la Repubblica Sovietica di Bavarese – e una feroce inflazione costituirono il naturale terreno di coltura per un movimento tutto rivolto a una “rivoluzione contro la rivoluzione”, per un riscatto della patria tedesca. Il grande sogno di Hitler di un’eversiva marcia su Berlino (ispirata a quella di Mussolini) si sviluppò nel posto pubblico tedesco per eccellenza: una birreria. La Bürgerbräukeller era una struttura mastodontica, dove spesso si tenevano comizi politici: poteva ospitare fino a 2000 persone sedute. Da lì il 9 novembre 1923 partì il più sottovalutato tentativo di colpo di stato della storia. Il generale Gustav von Kahr, allora dittatore della destra monarchica bavarese (chiamato in funzione anticomunista), venne sequestrato da Hitler, ma non tenne fede alle promesse fatte al Führer una volta libero. Così fecero altri appartenenti al governo come il colonnello von Seisser e il generale von Lossow. Nonostante dalla sua avesse il generale Ludendorff e innumerevoli ex militari o semplici lavoratori invasati, Hitler non riuscì ad assicurarsi i presidi militari e il controllo sull’esercito della Baviera. Il tentativo di marciare in ranghi con fucili carichi alla mano per raggiungere l’unico battaglione “che marciava sotto il segno della svastica” vittorioso, quello di Röhm, che aveva occupato i quartieri generali del distretto militare, finì nel sangue presso la Feldherrnhalle, poi trasformata in uno dei “luoghi sacri” del nazismo. Nonostante il Putsch non riuscì e Hitler fu costretto a scappare su un’utilitaria «Il 9 novembre del 1923 è stato l’origine del 30 gennaio del 1933» il giorno in cui Hitler divenne cancelliere "passando per la strada maestra". Fu il banco di prova per la presa del potere in Germania da parte del nazismo: centrale per la comprensione di una storia che non si deve ripetere mai più.
Richard Hanser
(1909-1981) si è occupato di storia del nazismo degli anni Venti dal periodo in
cui partecipò alla guerra contro il Terzo Reich come specialista del
Psychological Warfare. Codirettore della American-German Review, ha pubblicato
diversi volumi ricavati dalla sua intensa attività di autore di reportage e
documentari televisivi.
Il mondo di ieri di Stefan Zweig (Newton Compton)
Scritto negli anni
dell’esilio e pubblicato postumo nel 1942 a Stoccolma dalla casa editrice
Bermann-Fischer, Il mondo di ieri è l’opera più nota di Stefan Zweig,
un’intensa e struggente rievocazione di quella Felix Austria di cui lo
scrittore interpretò con sagacia i turbamenti. Dalla Vienna dei fasti
imperiali, culla di uno straordinario fermento culturale, Zweig tratteggia il
lento declino di un mondo che, con lo scoppio della Grande Guerra, cederà il
passo a una nuova Europa: una terra mutilata, stravolta dall’odio e affamata
dall’inflazione, le cui cicatrici indelebili costituiranno l’humus fertile su
cui attecchirà la fatale parabola del nazismo. Il mondo di ieri è il testamento
spirituale che Zweig consegna alle generazioni a venire, un’analisi lucida e
appassionata della tragica eredità in cui affonderanno le radici del «mondo di
domani»: il nostro. A quest’opera è ispirato il film Grand Budapest Hotel del
regista Wes Anderson.
Dodici lune di Adriana Zarri (Castelvecchi)
Lo scrittore Benedetto
De Risi, scosso dalla perdita della moglie Lia, si ritira in un borgo di
montagna, con la sola compagnia di una governante e di un gatto. Giorno dopo
giorno, al ritmo delle stagioni e delle fasi lunari, Benedetto scrive un
diario, nel quale inserisce dodici racconti, moderne parabole che fanno da
contrappunto al fluire dei pensieri. È la riflessione, inquieta e mai arresa,
di un uomo che si prepara all’ultimo passo e che ripercorre la propria
esistenza, interrogandosi sull’amore, la salvezza, la libertà, il dolore, la
presenza (o l’assenza) di Dio. Profonda indagatrice spirituale e narratrice che
sa toccare le corde dell’animo, Adriana Zarri scrive, con Dodici lune,
un’intensa avventura dello spirito, che rifiuta ogni facile consolazione nel
nome di un’insopprimibile, intransigente ricerca della verità.
Adriana Zarri - (San
Lazzaro di Savena, 1919 – Crotte di Strambino, 2010) Teologa, giornalista e
scrittrice, negli anni giovanili è stata dirigente dell’Azione Cattolica. Dal
1952 inizia la sua intensa attività pubblicistica, collaborando con testate di
diverso orientamento, da «L’Osservatore Romano» a «il manifesto», e portando
avanti la sua teologia antitradizionalista, votata al recupero del messaggio
evangelico e all’attenta osservazione dei mutamenti sociali. Tra le sue opere:
Impazienza di Adamo. Ontologia della sessualità (1964), Erba della mia erba.
Resoconto di vita (1998), Vita e morte senza miracoli di Celestino VI (2008).
mercoledì 16 settembre 2015
Gli anni della leggerezza. La saga dei Cazalet di Elizabeth Jane Howard. Trad. Manuela Francescon (Fazi Editore)
Dopo la fortunata
pubblicazione de Il lungo sguardo, proseguiamo con l’opera di Elizabeth Jane
Howard proponendo il suo maggior successo: un romanzo raffinato ed emozionante
che racconta le vicende della famiglia Cazalet alla vigilia della Seconda
Guerra Mondiale; una saga appassionante in cui le vite private dei protagonisti
s’intrecciano con il destino di un paese sull’orlo di una crisi epocale. L’opera
in Inghilterra ha venduto oltre un milione di copie, mentre la BBC ne ha tratto
un’apprezzata serie televisiva. Il talento di Elizabeth Jane Howard, adorata
matrigna di Martin Amis, è stato fin troppo a lungo oscurato dalla sua rara
bellezza e dal suo anticonformismo. Oggi l’autrice viene finalmente riscoperta
come una voce raffinata e rivoluzionaria, come una delle più importanti
scrittrici del xx secolo.
Il
libro - È l’estate del 1937 e la famiglia Cazalet si
appresta a riunirsi nella dimora di campagna per trascorrervi le vacanze. È un
mondo dalle atmosfere d’altri tempi, quello dei Cazalet, dove tutto avviene
secondo rituali precisi e codici che il tempo ha reso immutabili, dove i
domestici servono il tè a letto al mattino, e a cena si va in abito da sera. Ma
sotto la rigida morale vittoriana, incarnata appieno dai due capostipiti
affettuosamente soprannominati il Generale e la Duchessa, si avverte che
qualcosa sta cominciando a cambiare. Ed ecco svelata, come attraverso un
microscopio, la verità sulle dinamiche di coppia fra i figli e le relative
consorti. L’affascinante Edward si concede svariate amanti mentre la moglie
Villy si lacera nel sospetto e nella noia; Hugh, che porta ancora i segni della
grande guerra, forma con la moglie Sybil una coppia perfetta, salvo il fatto
che non abbiano idea l’uno dei desideri dell’altra; Rupert, pittore mancato e
vedovo, si è risposato con Zoë, un’attrice bellissima e frivola che fatica a
calarsi nei panni della madre di famiglia; infine Rachel, devota alla cura dei
genitori, che non si è mai sposata per un motivo ben preciso. E poi ci sono i
nipoti, descritti mirabilmente nei loro giochi, nelle loro gelosie e nei loro
sogni, in modo sottile e mai condiscendente, dalle ingenuità infantili alle
inquietudini adolescenziali. Ma c’è anche il mondo fuori, e la vita domestica
dei Cazalet s’intreccia inevitabilmente con la vita di un paese sull’orlo di
una crisi epocale. Mentre le vicissitudini private dei personaggi vengono messe
a nudo e vicende grandi e piccole intervengono a ingarbugliare le loro
esistenze, si comincia a mormorare di una minaccia che viene dal continente, e
che assume sempre più spessore nelle consapevolezze dei protagonisti, fino a
diventare tangibile: la seconda guerra mondiale è alle porte. La prosa sapiente
di Elizabeth Jane Howard, il suo sguardo acuto e la sua ironia tagliente ci
accompagnano in queste pagine mano nella mano, fino alla fine di questo primo
libro della saga dei Cazalet, lasciandoci con la voglia di andare avanti.
Elizabeth
Jane Howard (1923-2014). Figlia di un ricco
mercante di legname e di una ballerina del balletto russo, ebbe un’infanzia
infelice a causa della depressione della madre e delle molestie subite dal
padre. Donna bellissima e inquieta, ha vissuto al centro della vita culturale
londinese della seconda metà del Novecento e ha avuto una vita privata
burrascosa, costellata di una schiera di amanti e mariti, fra i quali lo
scrittore Kingsley Amis. Da sempre amata dal pubblico, solo di recente Howard
ha ricevuto il plauso della critica. Scrittrice prolifica, è autrice di
quindici romanzi. La saga dei Cazalet è la sua opera di maggior successo, con
un milione di copie vendute. Nel 2014 Fazi Editore ha pubblicato il suo romanzo
Il lungo sguardo. Di prossima pubblicazione anche gli altri quattro volumi
della saga dei Cazalet.
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