mercoledì 14 ottobre 2015
Teorie delle ombre di Paolo Maurensig (Adelphi)
La mattina del 24 marzo 1946 Alexandre
Alekhine, detentore del titolo di campione del mondo di scacchi, venne trovato
privo di vita nella sua stanza d'albergo, a Estoril. L'esame autoptico
certificò che il decesso era avvenuto per asfissia, e che questa era stata
provocata da un pezzo di carne conficcatosi nella laringe - escludendo
qualsiasi altra ipotesi. La stampa portoghese pubblicò la versione ufficiale, e
il caso fu rapidamente archiviato. Da allora, però, sulle cause di quella morte
si sono moltiplicati sospetti e illazioni. Qualcuno ha insinuato che le foto
del cadavere facevano pensare a una messinscena; qualcun altro si è chiesto
come mai Alekhine stesse cenando nella sua stanza indossando un pesante
cappotto - senza contare che il defunto aveva un passato di collaborazionista,
e che i sovietici lo giudicavano un traditore della patria... Con il fiuto e il
passo del narratore di razza, e con la sua profonda conoscenza del mondo degli
scacchi ("lo sport più violento che esista", ha detto uno che se ne
intendeva, Garri Kasparov), Paolo Maurensig indaga sulla morte di Alekhine
cercando di scoprire, come dice Kundera citando Hermann Broch, "ciò che
solo il romanzo può scoprire".
martedì 13 ottobre 2015
Scoprirsi figlia. Gioie, dolori e senso di colpa nelle relazioni madre-figlia di Natasha Fennel e Roìsìn Ingle (Odoya). In libreria il 5 novembre 2015
Con la meravigliosa
capacità di coniare termini, propria della lingua inglese, Natasha Fennel e
Roìsìn Ingle (il corrispettivo di Elasti irlandese) hanno inventato
"daughterhood", “figlialità” ovvero la condizione che accomuna le
figlie femmine nel rapporto con le proprie madri. Scoprirsi figlia è il
contraltare perfetto dei numerosi volumi che parlano di maternità: una mancanza
che doveva essere colmata. La valanga di email di risposta all’annuncio sul
giornale che le autrici hanno lanciato (“Se sei una donna e ti piacerebbe
migliorare il tuo rapporto con tua madre prima che sia troppo tardi, allora
manda una e-mail a…”) conferma immediatamente che il loro desiderio sia comune
a tantissime donne adulte. Nasce così il Club delle figlie, ovvero un gruppo di
donne che intende confrontarsi sul rapporto con la propria (ormai attempata)
genitrice, scambiare storie relative ai propri vissuti e riflettere insieme su
cosa sia migliorabile, proprio in questa relazione così intima e duratura. Un
nucleo compatto si ritrova per sei mesi con l’impegno di "vuotare il
sacco" rispetto alle problematicità della propria situazione. A metà tra
un gruppo di lettura e un gruppo di auto aiuto, queste “donne fatte” si “scoprono
figlia” in modi differenti. Ci sono Maeve: la Figlia Impegnata, Sophie: la
Figlia della pazzia; Lily la figlia del Narcisismo; Cathy: la Figlia che
Diventa Come Sua Madre; Grace: la Figlia in Lutto Anticipato. Le due autrici
stesse si indagano e scoprono di essere la figlia Dipendente (Roìsìn) e la
figlia Devota (Natasha). Si unisce in un secondo momento anche Anna: la Figlia
Riluttante. Infine colpo di scena: la trascrittrice dei dialoghi del “club” si
unisce ad esso, dopo aver “involontariamente” ascoltato tutti gli incontri. Si
chiama Debbie ed è la figlia Deludente. Le storie che emergono non sono facili.
Ma è proprio per questo che consentono alla lettrice di identificarsi e
approfondire il rapporto con la propria madre e trovare i propri “Motherwork”,
ovvero i compiti per mamma. Scopriamo che non esistono rapporti madre figlia
“normali” e che ogni situazione presenta delle proprie problematicità che però
hanno in comune la possibilità di essere capite, e forse migliorate, con
l’autoanalisi. La solidarietà femminile, che consente di estraniarsi dal
rapporto in sé, per divenire nuovamente figlia in una versione migliore è forse
il vero trucco che Natasha e Roìsìn insegnano con questo volume. L’intensità
del Club delle figlie continua oggi tramite il blog di riferimento e lancia una
sfida all’Italia: oltre che essere mammone siamo (o saremo) anche in grado di
essere delle figlie all’altezza? Questo libro è un’occasione per riflettere
utile e dilettevole per tutte le donne.
Natasha Fennell dirige
un’importante agenzia di consulenza in comunicazione, la Stillwater
Communications, a Dublino. Esperta in comunicazione, coaching, pubbliche
relazioni e training, collabora con molti programmi televisivi e radiofonici
del canale nazionale rté. È ritenuta la maggiore esperta di “confidenze” in
Irlanda, ed è una grande appassionata di cucina.
Róisín Ingle è editor e
caporedattrice delle pagine di attualità dell’Irish Times. Sul Magazine
settimanale del quotidiano tiene ogni sabato una seguitissima rubrica. Vive a
Dublino con il compagno e due gemelline di sei anni.
lunedì 12 ottobre 2015
Guida alla letteratura fantastica a cura di Claudio Asciuti (Odoya)
Definizione. Cos’è il
fantastico? “Il fantastico è qualcosa che prevede uno o più elementi
non-realisti nello statuto di realtà del romanzo, intendendo con questo
termine, non-realista, qualunque evento, oggetto, considerazione, ambito o
atmosfera o mondo che non appartenga all’esperienza del mondo come viene
comunemente intesa.” Un vero e proprio
manifesto programmatico, che nasce dall’esclusione di un’altra serie di generi.
Una disamina completa, corposa e definitoria della letteratura – ma con varie
incursioni nel cinema, nel fumetto e anche nella musica – fantastica e fantasy.
La strutturazione in capitoli crea svariati spartiacque che impediscono al
lettore di confondere il fantastico dei poemi omerici con quello di Harry
Potter; Don Camillo e Peppone dalla storia dei Kappa giapponesi; la saga di
Earthsea di Ursula K. Le Guin dagli elementi fantastici che costellano la Gerusalemme
Liberata del Tasso. Il primo macrocapitolo è dedicato alla storia dei vari
personaggi: antropologia degli esseri più o meno umanoidi che tutti conosciamo.
Qui trovano posto le genealogie di Elfi, Amazzoni, appartenenti al Piccolo
Popolo e al Popolo del mare, Troll, Goblin e simili. Si prosegue con il racconto – forse il cuore
della trattazione insieme al capitolo sulla Bildung Fantastica – delle grandi
saghe: Cavalieri, eroi, regni e imperi. Straordinario l’accostamento di eroi
come Gilagmesh e l’ariostesco Orlando; Bilbo Baggins e Don Quijxote; Skafloc
(de La spada Spezzata, Poul Anderson) e l’Eretico Wulfgar della saga di Magdeburg
di Altieri; gli eroi delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di Martin e il
calviniano visconte dimezzato. Si passa poi al capitolo sulla Bildung
fantastica: una profonda riflessione che fa leggere in modo nuovo Alice nel
Paese delle Meraviglie o le avventure del maghetto più famoso del mondo (Harry
Potter). Basandosi sul testo di Hans Schumacher, (La letteratura fantastica
come iniziazione mancata, 1982), gli autori mettono in luce la valenza del
fantasy come archetipo del romanzo di formazione: il passaggio all’età adulta è
coadiuvato o impedito da oggetti e personaggi del mondo della fantasia, che
assolvono a varie funzioni simboliche. E ancora il legame tra fantastico e
paranormale, laddove la definizione di horror o di gotico non soddisfa, come per
le storie di fantasmi (Il fantasma di Canterville in primis); le città e le
geografie del fantastico; zoologia e teratologia e chi più ne ha, più ne metta.
Insomma la Guida più completa e aggiornata sulla letteratura fantasy che sia
mai comparsa in una libreria. Riccamente illustrato, questo volume fa parte di
una collana che ci ha dato moltissime soddisfazioni: gli appassionati stanno
già aspettando che faccia capolino dagli scaffali.
Con testi di Claudio
Amerigo, Claudio Asciuti, Adalberto Cersosimo, Davide Costa, Andrea Del Ponte,
Paolo di Francesco, Oskar Felix Drago, Domenico Gallo, Giacomo Giustolisi,
Franco Piccinini,
domenica 11 ottobre 2015
sabato 10 ottobre 2015
Liguria Spagna e altre scritture nomadi di Marino Magliani e Riccardo Ferrazzi con la premessa di Giuseppe Panella (Pellegrini Editore). Intervento di Nunzio Festa
Antropologia
letteraria. Abbiamo visto come Marino Magliani vive i luoghi. A un festival
letterario dell'Aliano di Levi Carlo, con Marino siamo entrati in angoli del
"Cristo" e spiato il soffio dei calanchi lucani. Ma già sapevamo, per
la stima infinita nutrita nei suoi confronti e verso la sua scrittura di terre
e persone, in che maniera Magliani osserva con costanza e a visite di volo sia
presenza che memorie della sua terra d'origine - è nato a San Prino in
provincia d'Imperia. E adesso, grazie al testo "Liguaria Spagna"
edito dall'attento e meridionale Pellegrini, tra l'altro perfetta pietra della
collana 'Itaca Itaca', diretta dall'impeccabile saggista (nonché fra i maggiori
antropologi meridionali e non solo) Mauro Francesco Minervino, conosciamo un po'
di più di Riccardo Ferrazzi; perché il libro è firmato a quattro mani. Due
autori che "sanno benissimo che non basta viaggiare o aver viaggiato per
essere dei bravi descrittori di vicende ambientate durante viaggi e fughe in
altri mondi o in altre stanze diverse dalle proprie", scrive Panella, in
sede di presentazione della raccolta di visioni e storie, d'emozioni e
personaggi - anche in forma di spazio e tempo: diciamo, personaggi.
"L'ambiente in cui si muovono - aggiunge infatti Panella - è loro familiare
e noto, conosciuto da sempre, eppure sempre nuovo, letto e vissuto sempre in
maniera diversa ogni volta che lo sguardo dello scrittore si posa sulla sua
morfologia apparentemente consueta e cerca di trovarvi nuove e più autentiche
forme di visione del mondo". Non è ovviamente davvero "un collagge di
reportage e di racconti" (Magliani). Ma siamo in una struttura anche più
articolata. Perché entra storie e storie di storie, nella storia dell'opera.
Per esempio, stando nella sezione di Magliani, citeremo soltanto alcune delle
avventure scritte. Che pensiamo siano anche le parti meglio riuscite del libro.
Specie per merito, ragioniamo ancora, dell'immaginazione sempre fervida e del
talento del meridiano Magliani, alias "il contrabbandiere" (Furlen
docet). In "La valigia" troviamo, per dire, un Calvino che cerca quel
che secondo lui Benjamin aveva lasciato in un mozzicone di terra ligure.
Inseguita ancora nel racconto "Il bradipo gigante di Mary Susanne".
Mentre ne "I narratoria della Liguria estrema" Marino Magliani è
capace con ogni parola, tramite ogni pensiero e passandoci tutta il sentire che
deve, di farci ascoltare le penne Guido Seborga, Elio Lanteri, Lorenzo
Muratore, Francesco Biamonti, Boris Biancheri, Giuseppe Conte, Franco Calvi.
Scritture di scritture.
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