Se il titolo del libro
è "Veni Vidi Web" questo purtroppo non si può dire dell'Italia che
sta sottovalutando le nuove tecnologie e la Rete, e sta perdendo tutti i treni.
Qui da noi il Web è ancora spesso solo una chimera. Un articolo in prima pagina
sul Corriere della Sera dello scorso anno, citava la velocità di download e
quindi di scaricamento di dati dalla rete e la nostra posizione nel mondo come
velocità: siamo al novantottesimo posto, dopo la Grecia e davanti al Kenya. In
questi anni abbiamo fatto dei passi da gambero, nel 2010 eravamo al
settantesimo posto, nel dicembre 2012 ottantaquattresimo, con i nostri 8,51
megabyte al secondo siamo ultimi tra i paesi del G8, penultimo è il Canada, che
però ha tre volte la nostra velocità. Il turismo in Europa dipende per un
quarto dal Web, però cresce fino al 39% nel Regno Unito e in Italia scende al
17%. Il web è un creatore di posti di lavoro, in Italia sono sei volte più
degli addetti del settore della Chimica, e si tratta di ben 700 mila posti.
Eppure di fronte a questo quadro, stando alle bozze dello Sblocca Italia
vengono limitati gli aiuti per l’estensione della banda larga. Negli ultimi
dieci anni si sono affacciati nel mondo della tecnologia e delle grandi imprese
un po’ tutte le nazioni del mondo, non soltanto quelle tradizionali degli Stati
Uniti e dell’Inghilterra, dalla Cina al Giappone, alla Russia, alla stessa
Argentina, nuovi player importanti italiani invece non risultano.
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