lunedì 2 novembre 2015

Breve diario di frontiera di Gazmend Kapllani. Traduzione di Maurizio De Rosa. Nelle librerie dal 3 dicembre 2015 per Del Vecchio Editore



Dopo aver trascorso l’infanzia e gli anni della scuola in Albania, immaginando che le minigonne e i quiz della tv di Stato italiana fossero la realtà di ogni giorno della vita in Occidente – e fantasticando di conseguenza di poter vivereal di là del confine – la morte del dittatore Enver Hoxha finalmente consente a Gazmend Kapllani di mettere in pratica il proprio piano di fuga. Tuttavia, al suo arrivo nella Terra Promessa, non trova né procaci e disponibili fanciulle, né il caloroso benvenuto che aveva immaginato di ricevere dai suoi cugini greci. Viene, invece, sbattuto in un centro di detenzione temporaneo, situato in una piccola città di confine. Gazi e i suoi compagni immigrati cercheranno così di trovare un lavoro, cominciando a pianificare le loro vite future in Grecia e immaginando ricchezze e successi che rimangono sempre appena oltre la loro portata. Kapllani racconta con irriverenza e ironia di un’infanzia popolata di onnipresenti e paranoici delatori e di cartoni di sapone in polvere sbiancati dalla salsedine del Mare Adriatico utilizzati come feticci dell’Occidente per decorare il salotto di casa, e, intrecciando questi ricordi con il presente di migranti afflitti dalla “sindrome del confine” (uno stato mentale al pari di un’esperienza geografica), confeziona un brillante e divertente romanzo d’esordio.
L’autore è nato nel 1967 a Lushnjë, in Albania. Nel gennaio del 1991 ha attraversato il confine con la Greciaa piedi per sfuggire alla persecuzione da parte dei servizi segreti comunisti. In Grecia ha lavorato come muratore, cuoco, venditore ambulante, laureandosi successivamente presso l’università di Atene e completando un dottorato sull’immagine degli albanesi sulla stampa greca e dei greci sulla stampa albanese. Ora è uno scrittore di successo e tiene una rubrica bisettimanale su Ta Nea, il più grande quotidiano greco.

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