giovedì 8 ottobre 2015

I capelli di Harold Roux di Thomas Williams. Trad. Giacomo Cuva, Nicola Manuppelli (Fazi Editore)
























Vincitore nel 1975 del National Book Award (quell’anno erano finalisti scrittori del calibro di Philip Roth, Vladimir Nabokov, Toni Morrison, Donald Barthelme), I capelli di Harold Roux è un eccezionale esperimento di romanzo nel romanzo, ma soprattutto una formidabile riflessione sul potere della narrazione, su come le storie e il processo creativo con cui le raccontiamo ricostruiscono il passato e la memoria e contribuiscono a definire chi siamo.
Aaron Benham insegna letteratura inglese in un’università del New England. Ha una bella casa nei sobborghi residenziali della città, una moglie e due figli che stanno diventando grandi – ed è nel pieno di una crisi di mezza età. Ha preso un anno sabbatico e sta cercando di scrivere un romanzo che non riesce a scrivere, continuamente distratto dalle persone che ama e che hanno bisogno di lui e dai ricordi che continuano ad affiorargli alla mente, dalla nostalgia, dai rimpianti. Il suo romanzo, I capelli di Harold Roux, è «una semplice storia di seduzione, follia e omicidio», come lo definisce lui stesso. Allard, il protagonista, ha poco più di vent’anni ed è appena tornato dalla seconda guerra mondiale. Non ha dubbi sulla bestialità dell’uomo, non crede nella violenza ma è spaventato dalla gioia che a volte il pensiero della violenza gli procura. Vuole diventare uno scrittore, sogno che condivide con Harold Roux, suo compagno di università e rivale intellettuale, che ha perso i capelli durante la guerra e indossa un terribile parrucchino; entrambi corteggiano Mary, una ragazza bellissima e naive – l’innocente, onesta, dolce America, la ragazza della porta accanto –, ma Allard è anche attratto da Noemi, la sua compagna di stanza, una militante comunista di buona famiglia che, come ogni ragazza borghese, conosce il linguaggio preciso del contatto fisico. Più Aaron mescola passato e presente e il romanzo prende forma, più appaiono in controluce i suoi stessi anni al college, le sue inquietudini di allora, i ricordi di un gruppo di amici abbastanza giovani da ricordare la cacciata dal paradiso.

Thomas Williams (1926-1990) è nato in Minnesota e ha trascorso la maggior parte della sua vita nel New Hampshire. I suoi racconti sono apparsi spesso, tra gli altri, sull'«Esquire» e sul «New Yorker» e sono stati raccolti in due volumi, il secondo dei quali, Leah, New Hampshire, pubblicato postumo. Ha inoltre scritto otto romanzi. È stato candidato per il National Book Critics Circle Award e due volte per il National Book Award, che ha vinto nel 1975. I capelli di Harold Roux è il suo primo romanzo tradotto in italiano. Fra i suoi studenti e ammiratori si annoverano, tra gli altri, Stephen King, John Irving e Andre Dubus.

SERGIO FANUCCI AUTORE DI CODICE SCORSESE ESCE OGGI 8 OTTOBRE 2015 CON RIZZOLI





La Grande Mela, l’omicidio di un’ereditiera e un’affascinante avvocatessa italiana che dovrà lottare contro tutti per cercare la verità. È una notte qualsiasi quando Sharon Corvino viene trovata uccisa nella sua casa di New York. Nessun segno di effrazione, molteplici ferite al corpo e suo marito, Jeff McKinley, con l’arma del delitto tra le mani. È una notte qualsiasi, ma questo non è un omicidio qualsiasi. No, perché la donna assassinata è la figlia dell’intoccabile John Corvino, un ex boss della mafia ora magnate della finanza, che un affronto del genere non lo può accettare. A difendere il presunto colpevole è Elisabeth Scorsese, avvocato di grido che già qualche anno prima ha dato filo da torcere alla polizia newyorkese. Le forze dell’ordine si buttano sul caso, guidate dal detective della Omicidi Peter Makarov, ma la pressione dei media cresce vorticosa e l’avvocato Scorsese riceve oscure minacce: che sia o meno colpevole, il suo cliente non dovrà essere scagionato. E mentre Makarov indaga sui Corvino e su McKinley, mentre i servizi segreti ricostruiscono le trame di una rete di criminalità che si snoda tra la Russia e il Sudamerica, dove oltre 400 persone hanno perso la vita in quello che sempre meno appare un incidente, la situazione precipita e il sangue comincia a scorrere. Codice Scorsese è una miscela esplosiva di action-thriller e noir in cui spietati giochi di potere fanno da sfondo, grazie a un montaggio frenetico, a intrighi internazionali e colpi di scena che vi terranno svegli fino all’alba.

SERGIO FANUCCI (1965) è cresciuto nel mondo dei libri. Nipote di editori, ha lavorato fin da ragazzo nelle aziende di famiglia e nel 1990 ha ereditato la casa editrice del padre. Da allora ha costruito un catalogo specializzato nella letteratura di genere creando il Gruppo Editoriale Fanucci. Infaticabile lettore, seleziona personalmente i romanzi che pubblica e ha da sempre una passione per i grandi thriller americani. A Roma, dove ha aperto due librerie, vive con la moglie e due figlie. Codice Scorsese è il suo primo romanzo

mercoledì 7 ottobre 2015

Tresor Feat. Aka - Mount Everest (Freddy Verano Remix) (Official Video) ...

MUSTANG Trailer Italiano Ufficiale (2015) HD

16 Adam Kadmon - Verità su Georgia Guidestones e il tenere umanita' sott...

Attesa di Dio di Simone Weil (Adelphi)
























«Simone Weil ha convertito molti non cattolici, ha deconvertito molti cattolici»: è sufficiente questa affermazione di un eminente teologo per testimoniare quale rivoluzionario valore abbia assunto, nel Novecento, un pensiero che si dipana in una piccola costellazione di «libri duri e puri come diamanti, dal lento ritmo incantatorio, dal francese sublime» (secondo le parole di Cristina Campo). Una costellazione al centro della quale si colloca Attesa di Dio, raccolta di scritti – composti fra l’autunno del 1941 e la primavera del 1942 – apparsa postuma nel 1949 per le cure di Joseph-Marie Perrin, l’affabile padre domenicano che fu amico, confidente e destinatario delle sei lettere che, dettate da un ineludibile «bisogno di verità», costituiscono parte essenziale dell’opera. Ponendosi sulla soglia di una Chiesa che ha svilito la verità a linguaggio normativo, e rimanendo «in attesa» nel punto d’intersezione fra cristianesimo e tutto ciò che non lo è, Simone Weil esprime, attraverso «un esempio concreto e certo di fede implicita», l’urgenza di una nuova forma di religione e di una radicale trasformazione dell’anima. E ancora oggi non si esce illesi dalla lettura di pagine fra le più alte che nel secolo scorso siano apparse.

Il Trono di Spade - trailer ITA

Top 10 Assassins in History

Top 10 TV Cougars

Another Top 10 Worst Video Game Endings

martedì 6 ottobre 2015

MACKLEMORE & RYAN LEWIS - DOWNTOWN (OFFICIAL MUSIC VIDEO)

Hotel Transylvania 2 #CineVlog (2015) HD

Carne viva di Merrit Tierce (Sur, collana BigSur)



Marie è una ragazza poco più che ventenne che lavora come cameriera; ha cominciato in bistrot e catene per famiglie per approdare a uno dei più lussuosi locali di Dallas. Si è fatta strada per la sua scrupolosità ed efficienza in un mestiere logorante, ma nella vita privata è disordinata fino all'autolesionismo: fa sesso casuale, si droga, sa di non essere all'altezza del suo ruolo di madre (ha una bambina che vive con il padre, un bravo ragazzo che ha lasciato Marie dopo l'ennesimo tradimento). Ma nelle pagine del romanzo racconta tutto ciò con implacabile lucidità e senza un briciolo di vittimismo, rivendicando anche le esperienze più dolorose come conseguenza delle sue scelte, e affrontando il mondo a viso aperto. Ne esce un ritratto di donna indimenticabile - brutalmente realistico, potente e sensuale - con intorno una galleria di aneddoti e personaggi che restituiscono con inedita vivacità il "dietro le quinte" del mondo della ristorazione, dai lavapiatti ispanici al solitario pianista di sala, dal gestore cocainomane al maître elegantissimo che prenota i prive negli strip club ai clienti più facoltosi.

Arriva in edicola dal 20 ottobre per Sergio Bonelli Editore la nuova serie firmata da Claudio Chiaverotti con un nuovo eroe dal sapore assolutamente… cinematografico!
























“Sedetevi: il 20 ottobre si spegneranno le luci e sullo schermo si accenderà la sua vita. Vi prometto emozioni forti. Un consiglio: tenete d'occhio la persona seduta vicino a voi, potrebbe non essere chi sembra. “Claudio Chiaverotti

Di Morgan Lost sappiamo pochissimo. Sappiamo che è l’ex proprietario di un cinema d’essai, che soffre d’insonnia e di daltonismo e che è un personaggio tormentato e fragile. Nulla di più. E del resto, come spiega il papà di questo nuovo eroe, Claudio Chiaverotti (che, oltre a Brendon, ha firmato oltre 50 albi storici di Dylan Dog), è naturale che sia così perché la nuova serie Sergio Bonelli Editore è un action-thriller visionario e il mistero è un ingrediente fondamentale per una storia di questo tipo. Ma c’è anche tantissimo cinema in Morgan Lost, perché le fonti d’ispirazione di Chiaverotti vanno dai film di John Carpenter e Quentin Tarantino a pellicole come Il silenzio degli innocenti di Jonathan Demme, da Suspiria di Dario Argento a serie tv seguitissime come 24 e Breaking Bad. Così Morgan Lost, la nuova scommessa editoriale di Sergio Bonelli Editore, farà il suo debutto ufficiale in edicola martedì 20 ottobre con il primo episodio della serie intitolato L’uomo dell’ultima notte, la cui copertina è firmata da Fabrizio De Tommaso. I disegni di questo primo albo saranno invece affidati a Michele Rubini. A proposito del ruolo del cinema in Morgan Lost, Claudio Chiaverotti ha spiegato: “Morgan condivide la mia passione per il cinema, al punto che uno dei comprimari della storia ha una sala cinematografica e proietta per lui film introvabili (quelli che a volte cerco io: bulgari o slovacchi, film di fantascienza muti e con sottotitoli in lingue sconosciute). È una tale soddisfazione vedere qualcosa per pochi! La prima storia di Morgan Lost sarà in due albi. Per me Morgan Lost è un film, tanto che alla fine del primo albo invece del consueto "continua e finisce nel prossimo numero" ho chiesto di scrivere "fine primo tempo", come succedeva nei cinema di seconda visione fino a pochi anni fa”. In controtendenza con le ultime scelte editoriali Bonelli, infatti, Morgan Lost non è stato pensato a stagioni, ma come serie mensile sulla lunga distanza. I disegni mostrano inoltre uno stile del tutto nuovo grazie alla presenza della tricromia nero/bianco/rosso e all’utilizzo di scale di grigio. Sì, perché Morgan è daltonico e vede la realtà in nuances grigie con sprazzi di rosso, come in un fumetto pulp. Racconta Chiaverotti “mi piaceva creare questa tridimensionalità delle storie: noi vedremo le storie di Morgan Lost attraverso i suoi occhi. Non vedremo il verde o il blu, ma solo il rosso: gli altri colori saranno suggeriti dai tratti grigi in quella metropoli con i Gargoyle in stile antico Egitto, dov'è quasi sempre notte e neve, come in un film noir (o forse rouge?) proiettato in loop”. Così in Morgan Lost l’indagine viene vista da un punto di vista insolito e spesso soprannaturale. Ed è ricca di emozioni, colpi di scena ed azioni dure e realistiche. Tanto che se due personaggi arrivano allo scontro questo sarà davvero violento, come nel James Bond interpretato da Daniel Craig (e anche qui il rimando cinematografico non è casuale!).  Del resto i nemici di Morgan Lost, esseri folli e perversi, la metà oscura del cuore umano, sono parte integrante della serie e non a caso alcuni di loro compaiono già sulla copertina del primo numero. Tra i disegnatori che si alterneranno per i diversi albi di Morgan Lost ci saranno Val Romeo (Nathan Never, Dylan Dog), Giovanni Talami (Nick Raider, Magico Vento), Andrea Fattori (Brendon), Lola Airaghi (Brendon, Dylan Dog) e  Ennio Bufi (Il Settimo Splendore).

Claudio Chiaverotti - Nato il 20 giugno 1965 a Torino, città dove vive e lavora, Chiaverotti approda al fumetto dopo un periodo piuttosto travagliato. Dapprima studia per diventare odontotecnico, quindi si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza. È nel 1986 che fa il suo ingresso nel mondo delle nuvole parlanti, scrivendo i testi per alcune strisce di "Sturmtruppen", di Bonvi. Giunge alla Sergio Bonelli Editore nel 1989, esordendo con l'albo n. 34 di Dylan Dog, "Il buio". Sostituisce per lungo tempo Tiziano Sclavi nella produzione delle storie dell'Indagatore dell'Incubo (per cui firma anche "Goblin", "I delitti della mantide", "Partita con la morte", "Il confine”), collabora pure alle testate Martin Mystère e Zona X, per poi dar vita a un personaggio tutto suo, Brendon, un cavaliere di ventura che agisce sullo sfondo di un mondo devastato da una immane tragedia, avvenuta più di un secolo addietro, cui si allude con la definizione di "Grande Tenebra".