La storia dell'umanità
è costellata di avvenimenti in continuo mutamento e di punti di svolta epocali:
i viaggi di Colombo, le novantacinque tesi di Lutero, l'invenzione della stampa,
la Rivoluzione francese o lo scoppio della bomba atomica non sono che pochi
esempi degli eventi che hanno marcato una discontinuità evidente rispetto al
passato. Ma se dovessimo dire quale fra questi, - o quale secolo negli ultimi
mille anni di storia -, sia stato più significativo degli altri, non avremmo
modo di dare una risposta univoca e chiara. Come si misura, e cosa significa in
definitiva il cambiamento nella storia? lan Mortimer si è dedicato alla
risoluzione di queste domande, intrecciando mille storie con arguzia,
competenza e grande smalto narrativo. Davvero Internet ci ha cambiato la vita
più della penicillina? Il Rinascimento è stato più importante dell'invenzione
dei bottoni? La peste nera ha causato più o meno vittime delle armi da fuoco? La
capacità di rendere viva e palpabile la storia è la caratteristica di
quest'opera, sia nel quadro immenso della "grande storia" - quella
dei grandi imperi e dei grandi re - sia nel microcosmo della tranquilla
"storia locale", dove le novità arrivano, magari in ritardo, ma
arrivano e modificano la quotidianità di ogni singolo individuo.
sabato 3 ottobre 2015
venerdì 2 ottobre 2015
Anche le sante hanno una madre di Allan Gurganus (Fandango)
Jean Mulray è una donna
di mezz’età, divorziata, intelligente, insoddisfatta. È madre di due piccoli
gemelli, ma soprattutto di una diciassettenne, Caitlin, che lei stessa ha
ribattezzato,e non senza irritazione, la “santa” e di cui ammira e allo stesso
tempo critica l’eccessiva disponibilità verso il mondo.La figlia è infatti
molto più devota ai poveri che a sua madre, cui ruba regolarmente scarpe e vestiti
per portarli ai senzatetto. Popolare, bella, sportiva e altruista, è l’idolo
della cittadina di Falls, nel North Carolina. Quando poi Caitlin comunica alla
madre di voler partire per l’Africa con un’associazione non profit per svolgere
attività di volontariato, Jean si oppone con tutte le sue forze, alimentando
sempre di più i conflitti con la figlia che le rimprovera di essere egoista e
“borghese”. Dopo la partenza di Caitlin, i contatti tra la madre e la figlia
sono saltuari e difficoltosi per via dello scarso funzionamento di un telefono
satellitare e soprattutto per l’insofferenza di Caitlin verso i rimproveri e le
“cattive premonizioni” della madre. Finché una notte, quando sembra disposta a
tacitare la tensione generata dal sapere la figlia in un altro continente, Jean
riceve una telefonata. E nulla sarà più come prima.
Sensibìlia di Caterina Davinio (Giuliano Ladolfi Editore)
Una giovane donna
sposata, Carmela, molestata per telefono da un maniaco, il Signor X, se ne
innamora in modo ossessivo e malato. Abbandonerà casa propria per intrecciare
una morbosa relazione con il Signor X. Dal voyeurismo allo scambio di coppie,
dall'esperienza con il transessuale Birgitte al legame con l'anziano, generoso
professor Luxemburg, che inutilmente tenterà di salvarla, Carmela giungerà, in
un crescendo allucinato e grottesco, a un tentativo di suicidio e, tra vita e
morte, chi incontrare nelle prime avvisaglie dell'aldilà, se non l'adorato
Mozart? Il romanzo si struttura in sette parti, delle quali le prime cinque
sono dedicate a ciascuno dei cinque sensi e le ultime due a un sesto e a un
settimo senso.
giovedì 1 ottobre 2015
Primavere e Autunni. Testi e disegni di Ciaj Rocchi e Matteo Demonte (BECCOGIALLO)
“La storia di mio nonno
Wu – come le storie dei pionieri – ha contribuito ad aprire la via
dell’integrazione cinese nell’Europa contemporanea.” Wu Li Shan è un giovane
venditore ambulante di cravatte. Arriva a Milano nel 1931 da uno sperduto
villaggio di montagna della Cina orientale. In città sono appena terminati i
lavori della nuovaStazione Centrale e le vie sono piene di gente. Wu non conosce
l’italiano ed ha a malapena una stanza dove stare, ma quella città gli piace:
adora il rumore dei passi cadenzati sui marciapiedi , le carrozze sulle strade,
le chiacchiere delle belle signore che tengono i figli per mano. Prima che a
Milano Wu ha vissuto in altre grandi città, come Parigi e Amsterdam, eppure
comprende che è l’Italia il luogo che il destino ha scelto per lui e per il
futuro della sua famiglia. Da venditore ambulante a titolare d’azienda, dal
matrimonio con la sarta italiana Giulia alla Rivoluzione Maoista che lo
allontanerà per sempre dal paese natale, pagina dopo pagina la vita e le
imprese di Wu rinascono nella memoria del nipote per diventare finalmente una
storia universale.
La guerra piace a chi non la conosce di Erasmo da Rotterdam. A cura di Davide Canfora (Sellerio)
Dagli Adagia - raccolta
di proverbi e sentenze scelti da autori classici e commentati con grande
modernità - abbiamo tratto questa lunga e appassionata riflessione sulla guerra
dove Erasmo affronta una questione fondamentale: la guerra può essere giusta? La
violenza può essere giustificata? «Io,
devo dire, non condivido mai la guerra: neppure quella contro i Turchi. La
religione cristiana sarebbe messa davvero male, se la sua sopravvivenza
dipendesse unicamente da questi puntelli! Non ha senso attendersi che, a
partire da premesse ostili, le genti sottomesse diventino buoni cristiani: ciò
che si conquista con la violenza, lo si perde nello stesso modo [...]. “Ma
perché – sento dire – non dovremmo poter sgozzare quelli che vengono a
sgozzarci?”. A costoro rispondo: “Vi sembra davvero così inaccettabile che
altri siano più crudeli di noi? Allora perché non derubiamo chi ci deruba? E
perché non prendiamo a male parole uno per uno tutti quelli che ci offendono?
Perché non odiamo visceralmente tutti quelli che ci odiano?”». Sulla guerra, la
più ampia e pensosa riflessione degli Adagia – l’immenso commento ai proverbi
classici, e medievali, con cui Erasmo da Rotterdam getta il seme della tolleranza
in tempi che vedono avvicinarsi il bagno di sangue delle guerre di religione –
è costituita dalla discussione sul motto di Vegezio Dulce bellum inexpertis, in
cui il grande umanista cristiano sviluppa un anticipatore sistema pacifista,
svolgendo argomenti sul perché la guerra giusta semplicemente non esiste. «Di
fronte al meccanismo più perverso e distruttivo escogitato dalla mente umana –
osserva il curatore Davide Canfora – l’unico antidoto possibile, dal punto di
vista del letterato e sacerdote Erasmo, è rappresentato dalla parola».
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