Paola Clemente è morta
a quarantanove anni nei campi di Andria in un'estate piena di sole, sotto una
cappa di silenzi e omertà che ha permesso a qualcuno di utilizzare le sue
braccia per troppo tempo, con la ricompensa di due euro all'ora e nessun
diritto. Paola. Ma anche molti altri: uomini e donne, braccianti stagionali
sfruttati in modo vergognoso da caporali e mediatori capaci di produrre
contratti fasulli. In questo viaggio on the road, o meglio in the fields, dal
Gargano alla Calabria, si raccontano le storie di tante donne pugliesi,
calabresi, lucane, di numerosi immigrati africani o rumeni, arrivati in Italia
con la promessa di un lavoro sicuro. Chiamati per "fare l'acinino" ai
grappoli d'uva, raccogliere pomodori, olive, arance, mandarini, per necessità
sono costretti a condizioni di lavoro stremanti. La precarietà fa accettare di
tutto. E se questo accade al Sud, non si può dire che il Nord sia indenne, perché
non c'è una geografia dello sfruttamento e dove c'è una campagna o un cantiere,
spesso si "assume" manodopera in questo modo. Chi ha una casa, dopo
il lavoro può tornarci a dormire; chi non ce l'ha, vive in un ghetto ai margini
di una città. Alcuni pagano persino per questa "ospitalità". Alcuni -
come a Rosarno o a Nardò - subiscono gli attacchi e tentano la rivolta, ma dopo
pochi titoloni sui giornali e immagini in tv, tutto torna come prima. Queste
pagine vogliono essere un viaggio sociale utile a scuotere le coscienze.
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