domenica 31 gennaio 2016
sabato 30 gennaio 2016
venerdì 29 gennaio 2016
giovedì 28 gennaio 2016
Space is the Place. Storie di spazio, storie di spazi di Massimo Padalino. In libreria per Meridiano Zero il 10 febbraio 2016
Piccola co(s)mica
considerazione: quando nasce una stella sono sempre in pochi ad accorgersene.
Perché nel mondo così come nel cielo ce ne sono già tante, che una in più o in
meno non fa poi tanta differenza. Poi quella stella comincia a brillare. Forte.
Sempre più forte. Finché nessuno potrà più ignorarla e tutti la guarderanno con
co(s)mica ammirazione. Ebbene, è in questo preciso istante che la parola stella
diventa una metafora spaziale, poiché, oltre ai corpi celesti, comincerà a
indicare le persone baciate dal destino, dalla fama, dalla santità, le belle donne,
i begli uomini eccetera. Space is the Place è un oggetto letterario non
identificato. Sorvola i cieli della letteratura rock come lo potrebbe fare un
libro di Greil Marcus (vedi alla voce Lipstick Traces, ma togli punk e
inserisci space rock). Space is the place è anche il titolo di un film
«piuttosto facile da riassumere: dopo aver vagato nello spazio per anni a bordo
di un razzo alimentato a musica, Sun Ra individua un pianeta che ritiene adatto
alla rinascita della razza nera. Tornato sulla Terra, si ritrova nella Oakland
del 1972 o giù di lì (dove le Pantere Nere sono nel mirino della polizia e
dell’FBI). Per tutto il film Sun Ra lotterà contro il Sorvegliante, un
demoniaco giocatore di carte che sfrutta la schiavizzazione del popolo nero.
Sun Ra prometterà un “alter-destino” a chi vorrà seguirlo nello Spazio, ma il
Sorvegliante, l’FBI e la NASA lo costringeranno ad abbandonare la Terra». Non
solo Sun Ra è uno degli esponenti dello space rock tra i più citati nel volume,
ma anche la trama del film – utopica,
visionaria e fuori di testa – ben rappresenta il lavoro di Padalino. Lasciati
perdere i Beatles (che escono dalla porta per rientrare dalla finestra) e
Vinicio Capossela (in questo caso definitivamente), l’autore parte a razzo nel
cosmo della cultura e traccia legami tra 1) alcune concezioni della fisica
contemporanea 2) alcuni topoi della fantascienza 3) alcune scoperte della
tecnica musicale (il Theremin, il Moog, il Synth, l’Intonarumori di Luigi
Russolo) 4) alcune visioni dell’urbanistica 5) alcune scoperte della NASA (il
suono delle costellazioni e l’International Space Orchestra) e la musica. Definire
quindi queste coltissime pagine “un saggio sullo space rock” è un insulto al
libro e all’autore. Certo c'è molto su questo genere musicale, ma la prosa è
diversa, magmatica: basti leggere le quattro "pennellate" con cui si
dipinge quell’attimo di storia in cui una major decide di pubblicare il brano
cosmico per eccellenza: Space Oddity di David Bowie.
«Il pianeta Terra è
blu/E non c’è niente che io possa fare.
A dire il vero,
qualcosa ci sarebbe, vero, David Robert Jones? Perché la tua storia ha qualcosa
di davvero spaziale, che noi racconteremo così: Londra, maggio 1969. Dopo
l’iniziale freddezza verso quella canzone, la Mercury Records ha finalmente
deciso: il primo a registrarla sarai tu (che poi ne saresti l’autore). Bella
mossa, Mr Jones, specialmente alla luce di quanto stiamo per scoprire.
Suppergiù fra sessanta giorni, per l’esattezza martedì 20 luglio, accadrà un
evento di portata… spaziale. Che notiziona, ragazzi! Ma le belle notizie non
finiscono qui: “Ho appena ricevuto una lettera” ricorderà un giorno
David-nessuno-mi-conosce-Bowie (alla vigilia della sua stratosferica trasformazione
in David-tutti-mi-amano-e-mi-adorano-Bowie), “dice che vogliono pubblicarla
come singolo”».
Coinvolgente,
psichedelico, zeppo di riferimenti (tra gli altri compaiono John Cage, Albert
Einstein, Lewis Carroll, Iannis Xenakis, David Byrne, gli Swan, Stockhausen…)
la lettura di questo libro è controindicata per chiunque soffra di vertigini. È
invece indicatissima per coloro che adorano la sensazione di risucchio nello
stomaco e gli space trip in genere. Massimo Padalino ha collaborato con
magazine musicali e quotidiani come Blow Up, Rockerilla, Il Mucchio Extra e il
Manifesto; è stato redattore della webzine Movimenta e del digital magazine
SentireAscoltare. Ha partecipato al volume collettivo Rock e altre
contaminazioni: 600 album fondamentali (Tuttle Edizioni 2003); ha pubblicato
due volumi con i testi commentati dei Beatles e una fortunata biografia su
Vinicio Capossela. Vive a Torviscosa (UD).
mercoledì 27 gennaio 2016
La notte di Milano sa essere buia, l’uomo cattivo, il destino crudele. Questo libro lo è ancora di più. “Milano disco inferno” di Riccardo Besola in libreria dal 28 gennaio per Novecento Editore
In una sera d’estate
del 1975 in una stamperia di vinili, l’operaio Mario Spitz incide un codice
alfanumerico alla fine del solco di un disco. Un uomo al suo fianco lo osserva
con attenzione. La piccola ditta è deserta, è l’orario di chiusura. Bruno
Moriago, un collega di Spitz, entra nel locale, e da quel momento in poi le
cose precipitano, stravolgendo il destino dei protagonisti. Qual è il
significato del codice? Perché una banda criminale e alcuni poliziotti vogliono
entrarne in possesso a ogni costo? La spasmodica ricerca del disco scatenerà un
vero e proprio inferno. Scordatevi i buoni e i cattivi: è una caccia al tesoro
in cui vince chi resta vivo.
Perché vale la pensa di
leggere Milano disco inferno? Perché è un noir ambientato in una Milano degli anni
Settanta incredibilmente attuale. Perché è una storia diversa. E come tutte le
storie diverse ha qualcosa di eccezionale. Perché Riccardo Besola si conferma
un autore abile, istintivo e con una scrittura pungente e diretta.
COME COMINCIA - Mario Spitz era in piedi. Stava
incurvato su di un disco in vinile fissato a uno strano ripiano. Nella mano
destra stringeva un punteruolo molto affilato, poco meno di un bisturi. Una
piastra di metallo era agganciata per il vertice a una robusta staffa che
sormontava il vinile, e sorreggeva l’avambraccio con cui Mario Spitz stava
incidendo. I suoi occhiali erano appesi a una catenella di plastica,
prigionieri tra il bancale di lavoro e la stoffa blu del camice. Un monocolo,
simile a quello che usano orafi e orologiai, era appoggiato, quasi incassato,
al suo occhio sinistro. Una guaina leggermente consunta, di pelle, era calzata
intorno alla lente circolare per facilitare l’aderenza all’orbita oculare. Il
suo collo era piegato, la mano ferma e attenta.
Riccardo Besola è nato
a Milano nel 1974. Lavora nel settore pubblicitario televisivo. Ha pubblicato
Nera la notte (Rai Eri, 2011, vincitore del Premio NarreRai), Piombo, Mala
Femmina e Al bar con le ragazze (Eclissi editrice 2011, 2012, 2014). Con Andrea
Ferrari e Francesco Gallone ha scritto Operazione Madonnina, Operazione
Rischiatutto e Il colosso di corso Lodi (Fratelli Frilli editore, 2013, 2014,
2015), oltre ai racconti presenti nelle antologie Un giorno a Milano, Una notte
a Milano (editi in questa collana, 2013, 2014), e Giallo Metropoli (Piemme,
2015).
martedì 26 gennaio 2016
PER LA PRIMA VOLTA IN LIBRERIA CARAVAN DI MICHELE MEDDA E MARTIN MYSTERE. FUORI TEMPO!
Il 28 gennaio 2016
Sergio Bonelli Editore proporrà nelle librerie e nelle fumetterie italiane due
nuovi volumi: il primo volume Omnibus della miniserie Caravan, scritta e
sceneggiata da Michele Medda, e Martin Mystère. Fuori Tempo! di Alfredo
Castelli. Caravan è il primo di due volumi che raccolgono l’intera serie
scritta da Michele Medda, uno degli autori di Nathan Never. Una riproposizione
arricchita dalle copertine inedite di Emiliano Mammucari e disegnata dagli
artisti Roberto De Angelis, Stefano Raffaele, Fabio Valdambrini, Werner Maresta
e Andrea Cuneo. La storia, narrata dal diciassettenne Davide Donati, è
ambientata nella tranquilla cittadina americana di Nest Point. È qui che strane
nuvole compaiono in cielo e, pochi istanti dopo, un black out oscura la città.
All’improvviso, com’era cominciato, tutto ha termine, ma telefoni e internet
restano inattivi: Nest Point è tagliata fuori dal mondo. È l’alba quando una
colonna dell’esercito entra in paese con l’ordine di evacuazione per ragioni di
“sicurezza nazionale”. Ventiquattr’ore più tardi, un fiume di auto si riversa
fuori dalla città e per la carovana di Nest Point ha inizio un lungo viaggio
verso l’ignoto in una narrazione fatta d’inquietudine, mistero e introspezione
psicologica dei personaggi coinvolti. Martin Mystère. Fuori Tempo! raccoglie
invece in un unico volume tutte le storie, sia a colori sia in bianco e nero,
di Martin Mystère a spasso nel tempo tra transatlantici scomparsi, un
sottomarino letale, un’invasione aliena, una strana coppia di turisti, una
metropolitana ad aria compressa, un sinistro imperatore risorto dalla tomba,
amori improbabili, un matrimonio interrotto, duelli e tradimenti. Una serie di
folli avventure che vedono il Detective dell’Impossibile calarsi con disinvoltura
in epoche diverse, dagli anni Trenta al futuro, dalla fine dell’Ottocento
all’antichità, tra misteriose creature, gag a non finire, amori impossibili,
sempre a ritmo di swing. Tutte avventure scritte dal creatore del personaggio,
Alfredo Castelli, e visualizzate da alcune firme storiche della collana, da
Giancarlo Alessandrini a Lucio Filippucci e Rodolfo Torti. Dallo scorso
settembre Sergio Bonelli Editore ha fatto il suo debutto nelle librerie
italiane (oltre che nelle fumetterie naturalmente) proprio con il suo marchio,
anziché su licenza come era accaduto in passato. L’obiettivo è quello di creare
mese dopo mese un catalogo che resti sempre disponibile e che proponga sugli
scaffali di librerie e fumetterie volumi di diverso formato dedicati agli eroi
Bonelli del passato e del presente. Sia per il pubblico di sempre, sia per
lettori nuovi, esattamente come accade per i grandi classici che di generazione
in generazione passano di mano in mano rivelandosi, ad ogni lettura, sempre più
moderni.
Tutti i titoli
disponibili sono indicati a questo link:
Le prossime uscite in
libreria sono costantemente aggiornate qui:
lunedì 25 gennaio 2016
domenica 24 gennaio 2016
sabato 23 gennaio 2016
venerdì 22 gennaio 2016
giovedì 21 gennaio 2016
La socialdemocrazia e l’inganno del progresso. Intervento per versi di Stefano Donno
La socialdemocrazia ha fallito miseramente su
tutta la linea gotica
arrancano tra le
macerie dell’oggi le istanze di
progresso e crescita …
un tempo la
disperazione lasciava alla gente solo la lettura
ora tra le maglie di
soprusi e perversi abomini tutto è carta straccia.
La socialdemocrazia ha
esaurito miseramente il suo mistero buffo
la vita si sgretola tra
i mille profumi di particelle elementari
la previsione di Michel
Houellebecq di un occidente al tramonto
non è sufficiente a
scongiurare come da copione tristi decapitazioni
mutilazioni di regime
ai piedi di asini marziali orrendi e blasfemi.
La socialdemocrazia ha
da tempo abbandonato la fantasia al potere
nulla di certo più
sotto il sole se non il sottile senso di implosione
il desiderio snervante di evasione senza
protezione o alcuna rassicurazione
convinti
nell’inalienabile diritto di fuga attraverso uno Stargate qualunque
o genuflessi poveri e
tristi nella speranza di una più sicura e razionale evoluzione
Le vite segrete di Lawrence d'Arabia di Philip Knightley-Colin Simpson. Dal 29 gennaio 2016 per Odoya
Due grandi opere hanno
contribuito a mitizzare la figura di Thomas Edward Lawrence, meglio conosciuto
come “Lawrence d’Arabia”: l’omonimo film e il suo fortunatissimo libro I sette
pilastri della saggezza. Tra i suoi estimatori, oltre a una larga fetta della
popolazione inglese, Winston Churchill, Bernard Shaw e Lady Astor. La figura
romantica dell’Inglese che lotta per l’indipendenza degli arabi contro
l’ingerenza turca, però, va oggi decostruita a favore di un’interpretazione più
vicina alla vera storia di un personaggio controverso. Knightley e Simpson si
giovano così di una messe copiosa di fonti tra le quali le dichiarazioni che
una sorta di amante di Lawrence rilasciò nel 1968 al Sunday Times; le lettere
dello stesso Lawrence concesse dal fratello, il professore A.W. Lawrence; gli
importantissimi documenti desecretati del Public Record Office (Archivio di
stato) di Londra e per finire: «Rintracciammo [scrivono gli autori] in
Australia uno dei primi agenti reclutati da lui quando lavorava per il servizio
di informazione al Cairo, nel 1915; in Turchia rintracciammo la famiglia (e
tramite questa i diari) del bey di Deraa, l’uomo da cui Lawrence dichiarò di
essere stato violentato; in Israele un documento riguardante un importante
incontro tra il leader arabo, l’emiro Faysal, e Chaim Weizmann, del movimento
sionista, uno dei fondatori di Israele». Ne esce il ritratto non solo di un
uomo molto più “umano” di quello mitizzato nei racconti, ma anche un
personaggio isolato e attaccato a una personalissima “ragion di stato”, per
finire, quello che oggi oseremmo definire un masochista (a livello sessuale). Che
l’interesse primario di una spia inglese non fosse l’indipendenza del popolo di
Hussein (lo sceriffo ed emiro della Mecca) non è una rivelazione. Nel periodo coloniale
il “risiko” delle nazioni europee all’interno dello scacchiere mediorientale (e
globale!) era una guerra senza esclusione di colpi. Solo il più svelto, il più
astuto e il più spregiudicato poteva avanzare. Lawrence fu più di tutto questo.
Capace di andare oltre i suoi stessi ordini, Lawrence seguiva una propria idea:
«A parte il
patriottismo, i principali stimoli durante tutta la Rivolta furono per lui
l’ambizione, la diffidenza e l’odio per i francesi, quest’ultimo così profondo
che in alcuni documenti da lui redatti agli inizi della guerra è difficile
stabilire chi fosse il nemico, se i turchi o i francesi».
Le conseguenze delle
sue azioni (una fra tutte lo stimolo concreto alla creazione dello stato di
Israele) hanno conseguenze geopolitiche ancora oggi. Quindi, al di là
dell’ottimo e piacevole “gossip storico” che smitizza un personaggio del
colonialismo inglese, questo è un libro interessante per capire cosa si muove
in Arabia, Siria, Turchia, Palestina, Egitto, Iran e Israele. La differenza tra
la Jihad a cui chiamavano gli esponenti dell’Impero ottomano allora e quella
odierna è importante per capire una galassia sfaccettata (quella islamica) e in
costante evoluzione.
Phillip Knightley, giornalista, critico e
saggista australiano, ha vissuto alle isole Fiji e in India, dedicandosi alla
sceneggiatura di documentari e al commercio. Inviato speciale del Sunday Times,
ha scritto numerosi saggi di storia contemporanea tra cui la biografia Philby,
KGB Master Spy e An Affair of State, sullo scandalo Profumo britannico del
1963. Vive tra Londra, Sydney e Goa.
Colin Simpson ha studiato a Oxford e presso
l’università di Helsinki. Corrispondente speciale del Sunday Times, ha scritto
numerosi articoli di vario genere: dalle mostre di antiquariato alla Guerra dei
sei giorni. È l’autore di
Sir Francis Chichester, the Voyage of the Century. Vive
nel Suffolk.
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