venerdì 11 marzo 2016

Batman v Superman: Dawn of Justice - Spot + Trailer Compilation [HD]

Top 10 Samurai Movies

Arriva in tutte le librerie "La vita dipinta", il felice esordio letterario di Filippo Danovi. Disponibile dal 16 marzo in libreria per Novecento Editore



IL LIBRO - Può una vita essere raccontata attraverso i differenti piani di lettura di un’opera pittorica? È quanto accade ad Andrea, il protagonista, che si trova ad attraversare cinque momenti dell’esistenza, dalla giovinezza sino alla vecchiaia, seguendo il filo conduttore ispirato da un quadro futurista che il padre gli aveva lasciato in casa prima di separarsi. In questo viaggio, che segue uno sviluppo non tanto diacronico quanto piuttosto per immagini, Andrea si confronta con l’amore, con la storia dolorosa della propria famiglia e quella dei genitori e, più tardi, con il senso di essere padre. Attraverso la luce, le linee, il tempo, il colore e l’idea del dipinto Andrea arriva a tracciare il bilancio finale e a ricomporre le ansie che lo hanno accompagnato.
COME COMINCIA - La linea scura è netta, ma così vicina da confondersi agli occhi di Andrea. Separa il vuoto dal vuoto, lascia intuire contorni sfumati e si annulla nel breve orizzonte che tende a celare. È una sbarra nera di sezione circolare, lunga un paio di metri, semplice e senza decori. L’artigiano che l’ha forgiata, battendo la lega incandescente per eliminare le scorie, ne ha realizzata una lunga serie, ripetendo il prototipo con incorruttibile precisione. Oggi quegli esemplari sono in fila davanti ad Andrea come scolari impettiti in posa per la foto di classe. Qualche sbarra manca, riposa nei sotterranei della cattedrale o nelle cantine del convento, forgiata per scorta e poi dimenticata. Persa negli abissi del tempo, che come scolpisce sgretola, come conserva corrode, come esibisce nasconde. È dunque per caso che alcune di queste aste hanno oggi l’onore di un ruolo, mentre altre sono abbandonate al più esclusivo privilegio dell’oblio. “Andrea si alza, posa la lettera sul cuscino e si avvicina alla finestra. Gli manca il fiato. È come se suo padre fosse lì a fianco, ma lui non riesce ancora a decifrare questa presenza. Chiude gli occhi e inspira in profondità l’aria fredda della sera. Poi, lasciando la finestra aperta, va a sedersi sul letto e riprende in mano i fogli”.
L'AUTORE - Filippo Danovi (Milano, 1968) è avvocato e professore ordinario di Diritto processuale civile nell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Autore di alcune monografie, tra le quali La pregiudizialità nell’arbitrato rituale, (1999), La prova contraria (2004), Il processo di separazione e divorzio (2015), e oltre un centinaio di saggi di Diritto processuale civile. La vita dipinta è il suo primo romanzo.

martedì 8 marzo 2016

HUMAN Trailer + Clip Italiana Compilation [Documentario 2016] HD

Vittò. Giuseppe Vittorio Guglielmo di Romano Lupi. In libreria dal 17 marzo per Odoya

Giuseppe Vittorio Guglielmo, detto Vittò è stato un partigiano sanremese. Il suo nome di battaglia fu Comandante Ivano e militò durante la Resistenza nella Brigata Felice Cascione che contribuì a liberare la parte d’Italia tra la Liguria e il Piemonte. Un combattente dalla condotta così esemplare che ispirò il personaggio del comandante Ferriera nel romanzo di Italo Calvino: Il sentiero dei nidi di ragno. La vita di Vittò è stata dura e contrassegnata da un ideale: un mondo più giusto. Comunista non ancora ventenne si arruolò nelle Brigate Internazionali che andarono a lottare per liberare la Spagna da Francisco Franco. Preferì quella alle guerre del Duce, “almeno si combatteva dalla parte giusta”. La fine di quell’esperienza lo portò ai campi per detenuti politici su territorio francese e poi alla sventurata guerra di Mussolini sul fronte greco. Tornato in Italia fu tra coloro che “salirono in montagna” dopo il 7 Settembre 1943. Vittò era un soldato abile, un antifascista convinto e un leader naturale. Lupi racconta come il Comandante Ivano tra le montagne seppe compattare i gruppetti di partigiani nell’estremo ponente ligure e sviluppare la Resistenza in armonia (per quanto possibile) con la popolazione locale. Tra i problemi che Guglielmo seppe fronteggiare al meglio ci fu quello della sussistenza dei combattenti partigiani: promosse una politica interna ai gruppi di resistenti che vietava di rubare derrate ai contadini. Convinto che prendere senza chiedere sarebbe stato controproducente, il comandante raggiunse i luoghi di aggregazione di allevatori e contadini e chiese a viso aperto di fornire carne ai partigiani. La gente del posto, persuasa dalle sue parole, arrivò ad autotassarsi per mantenere viva la resistenza antifascista e antinazista! Ma la tanto agognata liberazione non fu per Vittò tutta rose e fiori. Fu una delle vittime più illustri del “Piano K” che, all’indomani della liberazione, punì con il carcere i partigiani comunisti che avevano semplicemente conservato le proprie armi. Non supportato in quella occasione (ben quattro mesi di carcere!) dal PCI, Vittò decise di stracciare la tessera del partito e di proseguire la propria attività politica come comunista extraparlamentare. La storia paradigmatica e semisconosciuta di un antifascista coerente, la cui attività fu contraddistinta per decenni dagli ideali di libertà e giustizia.

Romano Lupi, nato a Sanremo, è giornalista pubblicista dal 2005 e scrittore. Ha al suo attivo diverse collaborazioni con giornali e riviste culturali. Tra i suoi libri: Sanremando tra cronaca e storia (con Franco D’Imporzano); Futbolstrojka. Il calcio sovietico negli anni della Perestrojka (con Mario Alessandro Curletto); Il calcio sotto le bombe. Storia del Liguria nel campionato di guerra del ’44; Jašin. Vita di un portiere (con Mario Alessandro Curletto).