sabato 10 ottobre 2015

Liguria Spagna e altre scritture nomadi di Marino Magliani e Riccardo Ferrazzi con la premessa di Giuseppe Panella (Pellegrini Editore). Intervento di Nunzio Festa

























Antropologia letteraria. Abbiamo visto come Marino Magliani vive i luoghi. A un festival letterario dell'Aliano di Levi Carlo, con Marino siamo entrati in angoli del "Cristo" e spiato il soffio dei calanchi lucani. Ma già sapevamo, per la stima infinita nutrita nei suoi confronti e verso la sua scrittura di terre e persone, in che maniera Magliani osserva con costanza e a visite di volo sia presenza che memorie della sua terra d'origine - è nato a San Prino in provincia d'Imperia. E adesso, grazie al testo "Liguaria Spagna" edito dall'attento e meridionale Pellegrini, tra l'altro perfetta pietra della collana 'Itaca Itaca', diretta dall'impeccabile saggista (nonché fra i maggiori antropologi meridionali e non solo) Mauro Francesco Minervino, conosciamo un po' di più di Riccardo Ferrazzi; perché il libro è firmato a quattro mani. Due autori che "sanno benissimo che non basta viaggiare o aver viaggiato per essere dei bravi descrittori di vicende ambientate durante viaggi e fughe in altri mondi o in altre stanze diverse dalle proprie", scrive Panella, in sede di presentazione della raccolta di visioni e storie, d'emozioni e personaggi - anche in forma di spazio e tempo: diciamo, personaggi. "L'ambiente in cui si muovono - aggiunge infatti Panella - è loro familiare e noto, conosciuto da sempre, eppure sempre nuovo, letto e vissuto sempre in maniera diversa ogni volta che lo sguardo dello scrittore si posa sulla sua morfologia apparentemente consueta e cerca di trovarvi nuove e più autentiche forme di visione del mondo". Non è ovviamente davvero "un collagge di reportage e di racconti" (Magliani). Ma siamo in una struttura anche più articolata. Perché entra storie e storie di storie, nella storia dell'opera. Per esempio, stando nella sezione di Magliani, citeremo soltanto alcune delle avventure scritte. Che pensiamo siano anche le parti meglio riuscite del libro. Specie per merito, ragioniamo ancora, dell'immaginazione sempre fervida e del talento del meridiano Magliani, alias "il contrabbandiere" (Furlen docet). In "La valigia" troviamo, per dire, un Calvino che cerca quel che secondo lui Benjamin aveva lasciato in un mozzicone di terra ligure. Inseguita ancora nel racconto "Il bradipo gigante di Mary Susanne". Mentre ne "I narratoria della Liguria estrema" Marino Magliani è capace con ogni parola, tramite ogni pensiero e passandoci tutta il sentire che deve, di farci ascoltare le penne Guido Seborga, Elio Lanteri, Lorenzo Muratore, Francesco Biamonti, Boris Biancheri, Giuseppe Conte, Franco Calvi. Scritture di scritture.

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I capelli di Harold Roux di Thomas Williams. Trad. Giacomo Cuva, Nicola Manuppelli (Fazi Editore)
























Vincitore nel 1975 del National Book Award (quell’anno erano finalisti scrittori del calibro di Philip Roth, Vladimir Nabokov, Toni Morrison, Donald Barthelme), I capelli di Harold Roux è un eccezionale esperimento di romanzo nel romanzo, ma soprattutto una formidabile riflessione sul potere della narrazione, su come le storie e il processo creativo con cui le raccontiamo ricostruiscono il passato e la memoria e contribuiscono a definire chi siamo.
Aaron Benham insegna letteratura inglese in un’università del New England. Ha una bella casa nei sobborghi residenziali della città, una moglie e due figli che stanno diventando grandi – ed è nel pieno di una crisi di mezza età. Ha preso un anno sabbatico e sta cercando di scrivere un romanzo che non riesce a scrivere, continuamente distratto dalle persone che ama e che hanno bisogno di lui e dai ricordi che continuano ad affiorargli alla mente, dalla nostalgia, dai rimpianti. Il suo romanzo, I capelli di Harold Roux, è «una semplice storia di seduzione, follia e omicidio», come lo definisce lui stesso. Allard, il protagonista, ha poco più di vent’anni ed è appena tornato dalla seconda guerra mondiale. Non ha dubbi sulla bestialità dell’uomo, non crede nella violenza ma è spaventato dalla gioia che a volte il pensiero della violenza gli procura. Vuole diventare uno scrittore, sogno che condivide con Harold Roux, suo compagno di università e rivale intellettuale, che ha perso i capelli durante la guerra e indossa un terribile parrucchino; entrambi corteggiano Mary, una ragazza bellissima e naive – l’innocente, onesta, dolce America, la ragazza della porta accanto –, ma Allard è anche attratto da Noemi, la sua compagna di stanza, una militante comunista di buona famiglia che, come ogni ragazza borghese, conosce il linguaggio preciso del contatto fisico. Più Aaron mescola passato e presente e il romanzo prende forma, più appaiono in controluce i suoi stessi anni al college, le sue inquietudini di allora, i ricordi di un gruppo di amici abbastanza giovani da ricordare la cacciata dal paradiso.

Thomas Williams (1926-1990) è nato in Minnesota e ha trascorso la maggior parte della sua vita nel New Hampshire. I suoi racconti sono apparsi spesso, tra gli altri, sull'«Esquire» e sul «New Yorker» e sono stati raccolti in due volumi, il secondo dei quali, Leah, New Hampshire, pubblicato postumo. Ha inoltre scritto otto romanzi. È stato candidato per il National Book Critics Circle Award e due volte per il National Book Award, che ha vinto nel 1975. I capelli di Harold Roux è il suo primo romanzo tradotto in italiano. Fra i suoi studenti e ammiratori si annoverano, tra gli altri, Stephen King, John Irving e Andre Dubus.

SERGIO FANUCCI AUTORE DI CODICE SCORSESE ESCE OGGI 8 OTTOBRE 2015 CON RIZZOLI





La Grande Mela, l’omicidio di un’ereditiera e un’affascinante avvocatessa italiana che dovrà lottare contro tutti per cercare la verità. È una notte qualsiasi quando Sharon Corvino viene trovata uccisa nella sua casa di New York. Nessun segno di effrazione, molteplici ferite al corpo e suo marito, Jeff McKinley, con l’arma del delitto tra le mani. È una notte qualsiasi, ma questo non è un omicidio qualsiasi. No, perché la donna assassinata è la figlia dell’intoccabile John Corvino, un ex boss della mafia ora magnate della finanza, che un affronto del genere non lo può accettare. A difendere il presunto colpevole è Elisabeth Scorsese, avvocato di grido che già qualche anno prima ha dato filo da torcere alla polizia newyorkese. Le forze dell’ordine si buttano sul caso, guidate dal detective della Omicidi Peter Makarov, ma la pressione dei media cresce vorticosa e l’avvocato Scorsese riceve oscure minacce: che sia o meno colpevole, il suo cliente non dovrà essere scagionato. E mentre Makarov indaga sui Corvino e su McKinley, mentre i servizi segreti ricostruiscono le trame di una rete di criminalità che si snoda tra la Russia e il Sudamerica, dove oltre 400 persone hanno perso la vita in quello che sempre meno appare un incidente, la situazione precipita e il sangue comincia a scorrere. Codice Scorsese è una miscela esplosiva di action-thriller e noir in cui spietati giochi di potere fanno da sfondo, grazie a un montaggio frenetico, a intrighi internazionali e colpi di scena che vi terranno svegli fino all’alba.

SERGIO FANUCCI (1965) è cresciuto nel mondo dei libri. Nipote di editori, ha lavorato fin da ragazzo nelle aziende di famiglia e nel 1990 ha ereditato la casa editrice del padre. Da allora ha costruito un catalogo specializzato nella letteratura di genere creando il Gruppo Editoriale Fanucci. Infaticabile lettore, seleziona personalmente i romanzi che pubblica e ha da sempre una passione per i grandi thriller americani. A Roma, dove ha aperto due librerie, vive con la moglie e due figlie. Codice Scorsese è il suo primo romanzo