giovedì 1 ottobre 2015

La guerra piace a chi non la conosce di Erasmo da Rotterdam. A cura di Davide Canfora (Sellerio)






















Dagli Adagia - raccolta di proverbi e sentenze scelti da autori classici e commentati con grande modernità - abbiamo tratto questa lunga e appassionata riflessione sulla guerra dove Erasmo affronta una questione fondamentale: la guerra può essere giusta? La violenza può essere giustificata?  «Io, devo dire, non condivido mai la guerra: neppure quella contro i Turchi. La religione cristiana sarebbe messa davvero male, se la sua sopravvivenza dipendesse unicamente da questi puntelli! Non ha senso attendersi che, a partire da premesse ostili, le genti sottomesse diventino buoni cristiani: ciò che si conquista con la violenza, lo si perde nello stesso modo [...]. “Ma perché – sento dire – non dovremmo poter sgozzare quelli che vengono a sgozzarci?”. A costoro rispondo: “Vi sembra davvero così inaccettabile che altri siano più crudeli di noi? Allora perché non derubiamo chi ci deruba? E perché non prendiamo a male parole uno per uno tutti quelli che ci offendono? Perché non odiamo visceralmente tutti quelli che ci odiano?”». Sulla guerra, la più ampia e pensosa riflessione degli Adagia – l’immenso commento ai proverbi classici, e medievali, con cui Erasmo da Rotterdam getta il seme della tolleranza in tempi che vedono avvicinarsi il bagno di sangue delle guerre di religione – è costituita dalla discussione sul motto di Vegezio Dulce bellum inexpertis, in cui il grande umanista cristiano sviluppa un anticipatore sistema pacifista, svolgendo argomenti sul perché la guerra giusta semplicemente non esiste. «Di fronte al meccanismo più perverso e distruttivo escogitato dalla mente umana – osserva il curatore Davide Canfora – l’unico antidoto possibile, dal punto di vista del letterato e sacerdote Erasmo, è rappresentato dalla parola».

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