domenica 23 agosto 2015

Pompei. L'incubo e il risveglio di Angelo Petrella (Rizzoli). Intervento di Nunzio Festa























Mai avrei immaginato che un romanzo storico potesse piacermi in questa maniera. Mai avrei potuto immaginare che si sarebbero state altre eccezioni, oltre "Q" e, ancora, "Il nome della rosa". Il punto è, intanto, la firma di "Pompei": Angelo Petrella; quindi, sapendo della bravura e del talento, della scrittura di Petrella, ho accolto questo romanzo sottotitolato "L'incubo e il risveglio". Però l'autore, visto il genere, è subito scomparso. Ché nell'epica di Pompei, Petrella mette solamente la solita dedizione conducente alla pulizia assoluta, alla perfezione dello scrivere. Che si fa gioia di leggere. Specie dove è necessario, appunto come in quest'occasione, seguire in maniera precisa e accanita la trama. Se si vuole, insomma, prendere tutte le storie che alimentano la Storia. Il 70 d.C. di Pompei, più che esser utilizzato quale spunto narrativo dal lato dell'eruzione del Vesuvio, nell'opera d'Angelo Petrella (avevo apprezzato, di suo, già da "Naziparadise" a "La città perfetta" ecc.), è vissuto e fatto rivire attraverso congiure romane e personaggi: Tito-Domiziano, Quinto Terenzio Massimo, Plinio e Marziale. E nel fuoco la fiamma più ardente si chiama Camma, ordovica sottomessa dai romani e con la famiglia devastata prima, schiava nei bordelli dell'epoca successivamente, infine dedita all'arte dei veleni nel Tempio di Cibele. Con l'attesa della vendetta. Pompei e Roma non bastano, al racconto. S'ascoltano le grotte e i boschi ai piedi del vulcano in tensione. Si devono comprendere i rumori dei soldati e dei briganti. Gli scontri nelle arene e i combattimenti nel cerchio delle tribù. Nel leggere le vicende di Pompei mi sono sentito immerso completamente nel frangente più buio della leggendaria epopea romana. Epperò attento ai lati disumani della guerra e del carattere stesso dei centurioni e similari; mentre registro i cambi di strategia che la volontà di potenza e i giochi di potere disegnano nelle vite umane e per le vite umane. A cominciare dal Massimo prefetto di Pompei... In giri di corruzione e concussione. Fra congiura e tradimenti, l'eccitazione è sempre alta. Petrella, adesso, ha riletto Roma e riproposto i romani. Ridandoci magnificamente l'immagine di quel che è stato, verso quel che siamo ovviamente. 

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